Festa dell’Immacolata senza acqua. A Palermo e in  parte della provincia riduzione della pressione di distribuzione e rischio di interruzione da oggi, giorno dell’immacolata, per i prossimi giorni. Ad annunciarlo è l’AMAP con una nota stringata che recita di “probabili disagi a Palermo da domani notte (oggi ndr)”.  Dalla notte fra 7 e 8 dicembre c’è stata una “drastica riduzione dell’afflusso idrico” nella zona nord di Palermo e nei comuni costieri ad ovest del capoluogo.

Acqua torbida dall’invaso Poma

Tutto dipende, per assurdo, dalla pioggia caduta abbondante. Il monitoraggio costante della torbidità dell’acqua in uscita dall’invaso Poma, indica un peggioramento della situazione (oltre 3000 NTU), che difficilmente potrà migliorare nelle prossime ore.

Le forti piogge delle ultime ore  stanno convogliando notevoli quantità di fango nel lago di Partinico.
Ne è conferma l’eccezionale innalzamento del livello del lago: quasi due metri negli ultimi giorni.

Fermo l’impianto dello Jato

Il conseguente inevitabile fermo dell’impianto di potabilizzazione Jato determinerà dalla notte di domani 8 dicembre una drastica riduzione dell’afflusso idrico prima nella zona nord di Palermo e poi nella fascia dei comuni costieri di Balestrate, Trappeto, Terrasini, Carini, Capaci ed Isola delle Femmine.

Manca l’acqua, era già successo ai primi di novembre

Il maltempo aveva già fermato il potabilizzatore di Partinico. Anche in quel caso il notevole afflusso di acque fangose all’invaso Poma aveva infatti determinato un aumento della torbidità dell’acqua in uscita verso gli acquedotti costringendo al fermo precauzionale del potabilizzatore.

La situazione aveva determinato una forte riduzione delle pressioni in rete, fino all’interruzione dell’erogazione idrica.

Le interruzioni precedenti

Anche allora oltre parte del capoluogo erano stati interessati tutti i comuni della fascia costiera occidentale: Balestrate, Trappeto, Terrasini e Cinisi (reti non gestite da Amap), Carini, Capaci e Isola delle Femmine.

A Palermo i problemi si erano aggravati dall’interruzione del prelievo idrico dalla centrale idroelettrica di Casuzze (Monte Grifone) disposta dall’Enel per consentire la riparazione di un’ingente perdita nella condotta che convoglia l’acqua dal lago di Piana degli Albanesi alla centrale.

 

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