Si torna a scuola in presenza in Sicilia e i tribunali iniziano ad annullare anche le ordinanze assunte dai sindaci in base alle disposizioni regionali ma non cessa il caos scuola

Stop alla dad anche in zona arancione

Da lunedì 17 le lezioni in tutte le scuole del territorio di Siracusa tornano in presenza. È quanto ha stabilito il Tar di Catania, che ha accolto un ricorso presentato dall’avvocatura dello Stato contro l’ordinanza con la quale il sindaco, Francesco Italia, sulla base di un parere tecnico dell’Asp, aveva disposto l’attività didattica a distanza per l’aumento dei contagi da Covid19, i cui numeri erano di gran lunga più alti di quello previsto dei 250 casi ogni 100 mila abitanti.

L’ordinanza applicava le disposizioni regionali che prevedevano la didattica a distanza per un massimo di dieci giorni non solo in zona rossa ma anche nei comuni dichiarati zona arancione con ordinanza regionale

Roma contro l’ordinanza di Musumeci

“Le scuole non si chiudono per paura e comodità. Basta la politica gridata da sceriffi” dice adesso il sottosegretario all’Istruzione Barbara Floridia

“Ho atteso nel silenzio la prima settimana di scuola. L’inizio poteva anche essere complicato. Ma adesso basta!
Che nessuno continui a privare del diritto allo studio i più piccoli, i nostri giovani, tenendo le scuole chiuse mentre tutto il resto è aperto!”

Il sottosegretario contro l’ordinanza regionale

“In Sicilia un’ordinanza di Musumeci ha creato lo scompiglio e da troppi giorni c’è confusione. Questa ordinanza, malamente interpretata, viene utilizzata per chiudere le scuole in zona rossa o arancione, indiscriminatamente. E non solo. Le scuole non si devono chiudere, neanche in quelle zone, salvo in caso di focolai o gravi e comprovate situazioni. Non si chiudono per precauzione, per paura, per comodità. Non si chiudono per poi lasciare che il pomeriggio i ragazzi escano per le città a giocare e incontrarsi come nulla fosse!”

Basta campagna elettorale sul futuro dei ragazzi

“Lo chiedo a tutti i sindaci e in particolare al sindaco di Messina città della quale conosco molto bene la popolazione scolastica e le sue necessità, la smetta di fare campagna elettorale sul tema scuola e permetta ai nostri studenti di esercitare al meglio il diritto allo studio. Ne hanno bisogno loro. Ne abbiamo bisogno noi affinché la nuova generazione possa un giorno, con le parole imparate a scuola, combattere l’ignoranza che dilaga e indebolisce la nostra democrazia, superare le paure che fanno prendere decisioni d’istinto e non di conoscenza e riconoscere le falsità che certa politica diffonde”.

Grave danno ai ragazzi

“È gravissimo il danno che stiamo procurando a questa generazione! Non esisteranno ristori per loro.
Ci sono ragazzi che vivono in alcuni quartieri delle città che solo a scuola trovano un ambiente sicuro dove crescere e trascorrere la giornata”

Basta la politica gridata da sceriffi

“Ci vuole un bagno di umiltà e coraggio. Nonostante tutte le difficoltà di questa pandemia, abbiate la forza di fare la cosa più giusta. Non più facile. Non più popolare. Più giusta. E sappiamo tutti qual è.

Spalancate le porte delle nostre scuole. La scuola è presidio di educazione alla legalità di cui abbiamo un cocente bisogno. Ragazzi, desiderate la scuola in presenza. Sarà la vostra ancora di salvezza in un mondo pieno di sfide e di mediocri” conclude il suo lungo messaggio social la Sottosegretaria all’Istruzione, la messinese Barbara Floridia.

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