I sindacati proclamano lo stato di agitazione per la “situazione ancora critica” che riguarda i lavoratori di Sicilia Digitale. Le sigle sindacali chiedono ancora un vertice con la Regione. Intanto i “conti correnti di Sicilia Digitale continuano ad essere pignorati. L’attuale contratto di servizio non copre le spese e solo dopo la protesta è stato rinnovato il contratto per due mesi ai 30 lavoratori. L’autorità per l’innovazione tecnologia (Arit), come più volte ribadito dall’azienda, non ha messo a disposizioni i fondi necessari per permettere alla società di andare avanti. La situazione è insostenibile”. Lo dicono UilTemp Sicilia, Uilm Uil Palermo e Fim Cisl Palermo Trapani.

Società abbandonata dalla politica

“A tutto ciò si aggiungono le dimissioni dell’amministratore unico, Ignazio Bertuglia. Abbiamo la sensazione che una società, ritenuta strategica dalla stessa politica, stia per essere abbandonata ad un destino poco chiaro. E’ necessario, quindi, nominare un nuovo amministratore e sostenere la società e tutti lavoratori. Per questo chiediamo alla Regione siciliana un incontro”. In attesa di risposte le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione.

La vertenza

Non si fermano le proteste dei dipendenti di Sicilia digitale. A rischio c’è il futuro lavorativo di ben 100 lavoratori. A rischio i trenta somministrati. e i 70 interni, soggetti a un percorso di rimodulazione di costi e risorse umane. Le sigle sindacali da giorni hanno indetto uno sciopero che ora si preannuncia essere a oltranza, almeno fino a quando il Governo Regionale non deciderà di ascoltare le loro richieste e risolvere l’annosa questione. “Il futuro dei lavoratori è a rischio. Sarà sciopero anche domani” annunciano i sindacati. Il problema è sorto perchè l’Arit, il braccio operativo dell’assessorato regionale al Bilancio, non ha messo a disposizione i fondi necessari per coprire tutte le spese della società.