Scoppia il caso sui crolli avvenuti all’interno degli uffici dei Servizi Cimiteriali a Palazzo Barone, a Palermo. Ben tre nell’ultimo anno, il che ha costretto il Comune a prevedere uno sgombero ed un cambio di sede per i lavoratori.

Fatto che ha causato disagi non solo ai dipendenti, ma anche agli operatori delle agenzie di pompe funebri. Sull’argomento, i consiglieri comunali Gianluca Inzerillo e Fabrizio Ferrandelli hanno chiesto chiarimenti all’ingegnere Riccobono. Il tecnico ha chiarito, a domanda specifica, che vi sono “rischi di caduta di calcinacci per il personale, ma anche per i passanti in transito su via Lincoln“.

Pregiudiziale sul caso Palazzo Barone

A presentare la questione è il capogruppo di Sicilia Futura Gianluca Inzerillo. “Nella redazione redatta dall’ingengere Riccobono, vengo a conoscenza che il problema di Palazzo Barone inizia il 9 maggio 2018. Nel documento, il tecnico scrive che delle maestranze specializzate non meglio specificate dovevano dare seguito a dei saggi del pilastro lesionato. Il giorno dopo è arrivata una mail in cui si dice che i saggi non possono avere seguito. A quel punto, viene chiesto il puntellamento del suddetto pilastro. A settembre 2020 Riccobono si reca a Palazzo Barone, verifica che i pilastri lesionati sono due, anche se non ci possono essere dati più precisi per l’impossibilità di potere visionare gli elementi strutturali, a causa delle condizioni igienico-sanitarie dei sotterranei del plesso“.

Lo stato degli scantinati, sottolinea Inzerillo, ha rappresentato un problema anche per le società partecipate. “L’AMG, scrive Riccobono, non va a fare i sopralluoghi visto le condizioni dei luoghi. Il 14 settembre 2020, l’ingegnere Riccobono, in accordo con il Coime, ha previsto il puntellamento del pilastro. Altri segni di ammaloramento sono stati trovati in altre parti della struttura. Da questa indagine, che doveva essere fatto dall’Ufficio Risorse Immobiliari, si chiede la nomina dei dirigenti per la gara, la quale non è stata fatto ad oggi. A marzo 2021, viene nominato l’ingegnere Riccobono nella qualità di Rup, al fine di indire la gara con il Mepa. Dal 17 marzo 2021 si va al 2 aprile, a causa di un crollo all’interno di Palazzo Barone. Il primo di tre crolli sulla struttura”.

Il tecnico Riccobono: “Rischio crolli per il personale e i passanti”

A rispondere a Gianluca Inzerillo è proprio l’ingegnere Riccobono, che ha addirittura collocato i problemi di Palazzo Barone ad un livello ancor più antecedente. “L’inizio dei problemi risale al 5 marzo 2017, quando è stato eseguito il primo puntellamento. In questo caso, ho aggiunto che, ‘nel caso in cui si rivelasse la rottura del nucleo del calcestruzzo, si doveva valutare l’opportunità di procedere allo sgombero dell’edificio’. Il pericolo è relativo al crollo dei controsoffitti, legati in maniera molto labile ai solai a causa dell’umidità. Fatto confermato dal crollo del 28 dicembre. Escludo un pericolo di crollo sulla struttura, anche se mancano gli esami strumentali su altri elementi, in particolare sui piani scantinati”.

A destare preoccupazione è lo stato delle fondamenta e del sottosuolo di via Lincoln. “Di fronte, esiste un privato che sta facendo indagini sulle fondazioni. Dalle stesse emerge che la ditta tira fanghi fino a 3 metri di profondità. Sono terreni giovani e di riporto. Sulle fondazioni non sappiamo nulla. Ho chiesto alle risorse immobiliari la documentazione tecnica, al fine di dare un minimo d’indagine. Non si comprende come sia fatta la struttura. C’è rischio, senz’altro, per il personale. Ma anche per i passanti”.

“Sede unica per i servizi cimiteriali non c’è”

Chiamata ad intervenire sui problemi causati dal trasferimento degli uffici, la dottoressa Daniela Rimedio ha spiegato così la situazione. “Apprendo adesso che la situazione di Palazzo Barone risale al 2017. Io sono arrivata nel mio ufficio in un momento successivo. Vengo a conoscenza del fatto a fine 2020, quando l’ingegnere Davì mi scrive una mail in cui si è notata questa situazione dei pilastri. Mi sono attivata. Mi viene riferito che deve essere fatto un piano d’indagine e deve essere nominato il Rup, che deve essere eletto dall’area tecnica. Ancora non si parlava di crollo dei controsoffitti”.

A domanda specifica sulla ratio dell’ordinanza di sgombero, la Rimedio spiega così la sua scelta. “La relazione dell’ingegnere Riccobono è, a mio parere, assolutamente sufficiente per proporre l’ordinanza sindacale di sgombero al sindaco, visto che sono responsabile a livello penale del plesso. Ho avvisato anche l’associazione presente al settimo piano e il negozio del piano terra. Fatto segnalato per scrupolo, a causa del pericolo per la pubblica incolumità. Facendo un’attenta analisi, abbiamo poi ritirato quella parte.

“Questa situazione ha comportato la necessità di non interrompere il servizio. Situazione da far conciliare con il fatto che il personale non poteva stare più lì. Ciò con tutte le difficoltà che comporta trasferire gli uffici. Alcuni dipendenti sono passati in smart work. Il personale che deve ricevere in presenza sono stati trasferiti allo Stato Civile. Abbiamo intenzionato di spostare parte degli uffici tecnici a Palazzo Gulì. Ad oggi, una sede dove riconciliare tutti gli uffici non c’è.

 

 

 

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