Si acuisce sempre di più l’emergenza abitativa a Palermo. E adesso, 81 famiglie, rischiano di finire per strada.
A lanciare l’allarme, e a parlare di “una questione sociale grave e drammatica” è Tony Pellicane, portavoce del Comitato di Lotta per la Casa. Pellicane ha denunciato quanto sta accadendo tramite un post sui social che inizia così: “Scusate, qualcuno mi conferma che il Sindaco è responsabile della salute pubblica dei cittadini?(domanda provocatoria). Come è possibile solamente pensare che oltre 75 famiglie tra Viale Michelangelo e Via Scinà rischino di essere sgomberate in piena pandemia? E se immediatamente un secondo dopo lo sgombero qualcuno tra le famiglie finite per strada venisse contagiato, quindi risultasse positivo al Covid? Il Sindaco dovrà assumersi la responsabilità…mi pare assolutamente ovvio!”.

Il paventato sgombero

Abbiamo contattato Pellicane per farci spiegare meglio la situazione delle famiglie che lui stesso sta supportando con la collaborazione del sindacato Asia. “Per quanto riguarda viale Michelangelo – riferisce a BlogSicilia – sono coinvolte 57 famiglie che 8 anni fa hanno occupato due scuole abbandonate e in disuso. Si tratta di immobili molto grandi che le famiglie hanno trasformato in abitazioni a spese proprie, utilizzando quei pochi soldi che avevano. Hanno fatto lo stesso altre 24 famiglie in via Scinà, dopo aver occupato nel 2017 alloggi che sono alcuni appartenenti al Comune, altri confiscati. Le famiglie di via Scinà hanno già ricevuto ordinanza di sgombero, alcune dal Comune, altre dalla Prefettura di Palermo. Ebbene, le famiglie non sanno dove andare. Tra tutte queste persone ci sono invalidi, anziani e neonati. Sono nuclei familiari a basso reddito, che non possono permettersi di pagare l’affitto di una casa”.
La Prefettura ha disposto lo sgombero anche dei due immobili di viale Michelangelo, ‘protagonisti’ di una vicenda giudiziaria. Costruiti negli anni Ottanta, erano stati confiscati al proprietario per reati attinenti alla mafia. Adesso, lo stesso proprietario, secondo quanto riferisce ancora Pellicane, sarebbe stato assolto in Cassazione, per cui c’è una sentenza in base alla quale è stato stabilito che il proprietario riprenda possesso degli immobili.
“Intanto la Prefettura di Palermo – aggiunge il portavoce del Comitato di Lotta per la Casa – ha sollecitato al Comune la presa in carico delle famiglie”.

Il tavolo tecnico al Comune

Si è già svolto, online, un tavolo tecnico con il Comune, convocato dall’assessore Mantegna, (con deleghe a Cittadinanza Solidale, Dignità dell’abitare, Edilizia Residenziale Pubblica, Rapporti con IACP) al quale hanno partecipato alcune famiglie e il Comitato di Lotta per la Casa. “Alle famiglie – tuona Pellicane – sono stati proposti i soliti ‘progettucoli’ di accompagnamento all’autonomia abitativa, che niente risolvono. Si tratta di un po’ di soldini messi a disposizione delle famiglie, e soltanto per un anno, per trovarsi un proprietario disposto ad affittargli una casa. Si tratta di pochi fondi, per le famiglie trovare casa è praticamente impossibile”.

Le proposte del Comitato

Il Comitato di Lotta per la Casa, in occasione del tavolo, ha avanzato due proposte: in primo luogo un censimento degli alloggi confiscati nella città di Palermo da destinare in autorecupero alle famiglie in emergenza abitativa, e inoltre “l’invito a requisire, ove fosse necessario, – spiega ancora Pellicane – immobili in disuso appartenenti a Ipab o alla Regione siciliana. Sappiamo che a Palermo sono tantissimi. Ci ritroviamo, ancora una volta, a lottare per un diritto, quello alla casa“.

Le preoccupazione delle famiglie: “E’ una vergogna”

Le famiglie sono preoccupate e non poco. E Pellicane non esita a parlare di “vergogna”.
“Le famiglie – chiarisce – sono sotto tortura psicologica e hanno paura, minuto dopo minuto, che possano essere sgomberate. Inoltre, l’amministrazione comunale, pur conoscendo situazioni disperate di famiglie senza casa che hanno deciso di occupare da anni immobili abbandonati, non ha fatto nulla per trovare soluzioni concrete alternative”.
Tra qualche mese inoltre, l’esperienza dell’attuale amministrazione comunale si concluderà.
“Chi saranno i nostri interlocutori?” – conclude Pellicane -, “il timore reale è che l’emergenza abitativa, mai risolta nella nostra città, passi in secondo piano”.

Migliaia di famiglie in difficoltà in Sicilia

Nella nostra isola, l’emergenza abitativa, purtroppo, non riguarda soltanto la città di Palermo.
“Sfratti ed emergenza abitativa, in Sicilia la situazione rischia di precipitare. Migliaia di famiglie, infatti, sono in forte difficoltà nel pagamento del canone”. Lo dicono Sunia, Sicet e Uniat che chiedono un confronto all’osservatorio regionale condizione abitativa per predisporre così “ogni atto capace di sostenere i cittadini, incluso il bando per il contributo affitto 2020, la cui bozza è stata discussa e approvata lo scorso dicembre”.
I sindacati degli inquilini “sollecitano all’Orca l’invio del piano regionale “Sicuro verde e sociale”, elaborato dopo l’assegnazione alla Sicilia di 233 milioni del Pnrr, per monitorare la riqualificazione degli immobili e coinvolgere gli assegnatari. Ma anche un’analisi del funzionamento degli attuali consigli di amministrazione degli Iacp e l’invio della documentazione inerente l’impiego dei fondi ex Gescal e di ogni altra risorsa disponibile per la realizzazione di nuova edilizia popolare. Temiamo che, nonostante un buon inizio, la mancata convocazione periodica per discutere e verificare tutte le decisioni assunte dall’Orca, possa inficiarne l’efficacia”.

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