E’ sempre più crisi politica al Comune di Borgetto dove da tempo oramai il sindaco Luigi Garofalo non ha più una maggioranza. Ieri sera il vicesindaco e  assessore a cimitero, sanità, pubblica illuminazione, Urbanistica e Territorio e Ambiente, Alessandro Santoro ha presentato le proprie dimissioni. Una decisione che a dire il vero era nell’aria da tempo. Santoro è in quota Partito Democratico che a sua volta ha anche delle grane interne da risolvere. Infatti recentemente si è prima dimessa da capogruppo consiliare e poi è fuoriuscita dallo stesso gruppo, dichiarandosi indipendente, Vittoria Albano.

Contrasti con il sindaco

Una decisione che sarebbe in qualche modo legata ai contrasti sorti sulle “metodologie” del primo cittadino. Secondo quanto trapela, nella lettera di dimissioni Santoro sostiene di aver fatto questo passo per permettere di sbloccare un’azione amministrazione che ritiene di fatto congelata. L’amministratore dimissionario parla anche di contrasti interni alla coalizione per questioni più personali che politiche. Garofalo a questo punto rischia di perdere ancora pezzi in consiglio comunale dove al momento non ha una già maggioranza e la situazione è in perfetto equilibrio, 6 contro 6. Ma i numeri potrebbero essere nettamente inferiori. Infatti c’è da fare i conti con l’altra voce critica nei confronti del governo cittadino, che è quella della consigliera Albano. Ma a questo punto potrebbero anche prendere le distanze i due consiglieri del Pd, Alfredo Panettino e lo stesso Santoro che sino ad oggi ha ricoperto la doppia carica.

Il Pd pronto a lasciare

“Ho convocato per la prossima settimana il direttivo locale – afferma il segretario cittadino dei Dem, Pino Panettino – per affrontare questa situazione delicata. Certamente queste dimissioni non potranno passare così, siamo al fianco dell’assessore”. La crisi politica a Borgetto si era aperta già più di un anno fa quando lasciarono due consiglieri comunali, Maurizio Zerillo e Giovanni Balsamo. Da allora si tentò di reimbastire un dialogo addirittura pensando ad un ampio governo che mettesse dentro anche esponenti dell’opposizione, rappresentata dal Movimento 5 Stelle. Ragionamento che però non si concretizzò mai.

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