Il primo voto per l’elezione del capo dello Stato. E’ iniziato con puntualità appena dopo le 15. La prima chiama non non dovrebbe portare a nessuna risultato. Si tiene, infatti, senza intesa tra i partiti e con l’unica certezza, salvo sorprese, che nelle urne finiranno molte schede bianche.

La domenica di vigilia si è consumata tra mosse tattiche, incontri , telefonate e veti incrociati. A smuovere le acque ci ha pensato il segretario del Pd Enrico Letta che nell’incontro annunciato oggi con Salvini chiede una presa di posizione chiara su Mario Draghi: “Ha rappresentato per l’Italia una straordinaria risorsa e il compito di tutti noi è di preservarlo. Draghi è una delle ipotesi sul tavolo. Non solo, il leader Dem è pronto ad aprire con Salvini anche il capitolo Mattarella: “Darebbe il massimo, la soluzione ideale e perfetta”.

Ma Salvini, prima che con Letta, si è incontrato con la meloni probabilmente per definire una linea comune di scelta.

Centrodestra naviga a vista

Dopo l’uscita di scena di Silvio Berlusconi il centrodestra, infatti, naviga a vista. La rosa di nomi annunciata da Matteo Salvini ancora non c’è anche se l’ex ministro fa sapere, dopo aver informato il Cavaliere, di essere al lavoro per candidature sulla cui “levatura difficilmente qualcuno potrà porre veti”. Le carte sono ancora coperte ma Salvini su due punti appare irremovibile: “Togliere Draghi da palazzo Chigi è pericoloso” e poi “Pier Ferdinando Casini non è un candidato del centrodestra”: Un doppio messaggio che il leader della Lega recapita al premier ed al resto delle forze politiche che sul nome dell’ex presidente della Camera sembrano aver aperto qualche spiraglio. In attesa delle proposte del centrodestra, Pd-M5s e Leu si ritrovano a conclave per mettere a punto la strategia.

In questo clima non ci si aspetta nulla dalla chiama odierna che rappresenta più una formalità che altro