Magari adesso sarà una boutade ma a Borgetto la crisi politica potrebbe anche svilupparsi con una sfiducia al sindaco Luigi Garofalo. I numeri oltretutto potenzialmente potrebbero persino esserci: ai 4 del Movimento 5 stelle e ai due della Nuova Dc, i potrebbe anche unire gli altri due esponenti del Partito democratico con cui si è consumata l’ultima rottura. Il riferimento è alle dimissioni tre giorni fa del vicesindaco Alessandro Santoro, che resta comunque in carica da consigliere comunale proprio nelle file del Pd.

L’apparente tranquillità del sindaco

Il sindaco dal suo canto mostra apparente tranquillità: “Forse qualcuno dimentica le difficoltà incontrate da questo Comune negli ultimi anni – afferma -. Si poteva fare di più? Certamente, come in tutto quel che si fa ogni giorno. Ma quando questa amministrazione si è insediata veniva da due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose, da un dissesto finanziario e da una gestione passata delle finanze comunali alquanto discutibile. Abbiamo riequilibrato il bilancio e tagliato tantissime spese superflue portato avanti importanti interventi per la città”.

L’attacco dell’ex vicesindaco

Intanto l’impressione è che da questo strappo non sarà semplice ricomporre le fila di una maggioranza da tempo sfilacciata. “In politica mai dire mai ma personalmente non torno più indietro – precisa Santoro, che dunque fa intendere che la ricomposizione della frattura appare lontana anche se non impossibile -. Io sono stato vicesindaco più di diritto che di fatto, nonostante questo non voglio scappare da nessuna responsabilità. Ma è pur vero che di fronte a questa crisi politica che ci portiamo dietro da più di un anno le mie responsabilità direi che sono limitate. Questa crisi politica ha compromesso il normale svolgimento dell’attività amministrativa. Un esempio su tutti? Il bilancio riequilibrato appena approvato dopo il dissesto finanziario è stato votato soltanto da quattro consiglieri comunali in seconda convocazione, tra i quali c’ero io che sono stato leale sino all’ultimo con il mio partito”.

 

 

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