Il Policlinico Paolo Giaccone di Palermo ha introdotto una tecnica innovativa per la cura del mieloma multiplo, il tumore del sangue. Si tratta di una patologia tra le più gravi e le più aggressive che colpisce le cellule produttrici degli anticorpi.

Il Policlinico adotta tecnologie avanzate per diagnosi e cura

Una sinergia tra l’unità operativa di Ematologia, diretta dal prof. Sergio Siragusa, e il Cladibior, diretto dal prof. Francesco Dieli, consente al Policlinico di eseguire un esame di laboratorio che, con tecnologie avanzate, è in grado di rintracciare una cellula tumorale in un milione di cellule normali. Ciò consente di indirizzare al meglio le terapie con scelte mirate, cucite sul paziente.

Fondamentale identificare le cellule tumorali prima possibile

La ricerca a fondo di una cellula malata risponde a un’esigenza terapeutica. “Le cellule tumorali del sangue – spiega il prof. Sergio Siragusa – hanno una grande capacità di sopravvivere e replicarsi. Anche piccole quantità possono infatti, nel tempo, crescere sostituendosi alla popolazione cellulare normale del sangue dando quindi segni di malattia. Diventa perciò fondamentale identificare tali cellule quanto prima per decidere se proseguire o riprendere una terapia anti-mieloma”.

Mieloma multiplo: 400 nuovi casi ogni anno in Sicilia

In Sicilia vengono diagnosticati circa 400 nuovi casi ogni anno di mieloma multiplo e si stima che oltre 4.000 persone (numero destinato ad aumentare) convivano tutti i giorni con una malattia che si presenta dopo i 60 anni ed è più frequente nel genere maschile. Fino a pochi anni fa era considerata una malattia grave e dalla prognosi infausta a breve termine. La ricerca ematologica ha però favorito la produzione di farmaci cosiddetti “intelligenti” in grado di selezionare e distruggere le cellule malate.

Pandemia rallenta tutto

La situazione difficile oggi, a causa della pandemia da Covid19, potrebbe diventare esplosiva qualora la curva pandemica non accennasse ad appiattirsi. I malati di tumore in Sicilia hanno difficoltà a trovare i necessari e dovuti spazi nella sanità pubblica. È l’allarme lanciato pochi giorni fa dalla Sic, la società italiana di chirurgia.

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