Tra i tre ‘petali’ della rosa del centrodestra per il Quirinale, oltre a Letizia Moratti e Marcello Pera, c’è anche Carlo Nordio, nome già avanzato ieri da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

“Domine non sum dignus. Signore, non sono degno”, è stata la reazione dell’ex magistrato: “Sono ovviamente lusingato che sia stato fatto il mio nome”, ha detto Nordio, intervenendo ieri sera alla presentazione dell’ultimo libro di Virman Cusenza (Giocatori d’azzardo – storia di Enzo Paroli, l’antifascista che salvò il giornalista di Mussolini) in diretta streaming con il Giornale di Brescia.

Chi è Carlo Nordio

Carlo Nordio, trevigiano di 73 anni, è un magistrato in pensione dal 2017 e si è occupato di Brigate Rosse, sequestri di persona e tangenti, Mose.

Magistrato dal 1977, è stato procuratore aggiunto di Venezia e titolare dell’inchiesta sul Mose di Venezia, protagonista della famosa stagione di Mani pulite con la celebre inchiesta sulle cooperative rosse.

Negli anni 80 condusse le indagini sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona e negli anni 90 indagò sui reati di Tangentopoli.

È stato consulente della Commissione Parlamentare per il terrorismo e presidente della Commissione Ministeriale per la riforma del codice penale. È stato fino al pensionamento avvenuto nel 2017 procuratore aggiunto della Procura di Venezia, si è occupato di reati economici, di corruzione e di responsabilità medica.

Nel febbraio 2017 è andato in pensione per raggiunti limiti di età, avendo compiuto settant’anni. Collabora attualmente con Il Messaggero.

Curiosità: su reato di sequestro di persona è tornato da opinionista quando ha riguardato Matteo Salvini nel caso dei migranti a bordo della nave Diciotti, sostenendo che non avrebbe indagato il leader della Lega perché le sue decisioni rientravano nell’ambito della “discrezionalità politica”.

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