È morto nell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta Angelo Tardino, 48 anni, l’uomo che questa mattina ha sterminato per motivi d’interesse la famiglia uccidendo il fratello Diego, di 45 anni, la cognata e i due nipotini. L’assassino dopo essere fuggito si era sparato un colpo di pistola in testa mentre stava parlando al telefono con i carabinieri che tentavano di convincerlo a costituirsi. Quando lo hanno rintracciato gli investigatori pensavano fosse morto, ma i sanitari dell’ambulanza si sono accorti che l’uomo respirava ancora. È stato così intubato e trasferito in eliambulanza a Caltanissetta, ma i medici della Rianimazione hanno spiegato che il paziente non era operabile e che era ormai in coma irreversibile.

La ricostruzione della strage

Stamattina erano le 7.30 circa a Licata (AG) in contrada Safarello si è verificato il quadruplice omicidio. Angelo Tardino, dopo essersi recato a casa del fratello Diego Tardino, 44 anni, e utilizzando una pistola Beretta calibro 9×21, lo ha ucciso insieme alla cognata quarantenne Alexandra Angela Ballachino, ed ai nipoti T.A. di 15 anni e T.V di 12 anni. Poi l’uomo si è allontanato in via Mauro De Mauro dove ha tentato di uccidersi esplodendosi 2 colpi alla tempia con una pistola a tamburo marca Bernardelli. Questa la ricostruzione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento. Entrambe le armi erano legalmente detenute. Ritrovato pochi istanti dopo dai Carabinieri che erano già sulle tracce, dopo averlo intrattenuto al telefono è stato subito soccorso e trasportato in elisoccorso presso l’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Ora però l’uomo è morto.

I Ris sul luogo della tragedia

Nel luogo della strage è stato avviato il sopralluogo a cura della Sezione Rilievi del Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento che procede unitamente alla Compagnia di Licata (AG). Sul posto sono intervenuti il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Vittorio Stingo, il Sostituto Procuratore Paola Vetro e il medico legale. Le salme sono state poste sotto sequestro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa di autopsia.

Le indagini per ricostruire la vicenda

Si indaga con il massimo riserbo per ricostruire gli attimi della follia omicida di Angelo Tardino e capire quali siano le motivazioni alla base del folle gesto. I due fratelli erano soci e gestivano insieme un’azienda agricola. In passato le forze dell’ordine erano intervenute più volte per sedare aspre liti tra i due. Secondo prima indiscrezioni emergerebbero conflitti sull’utilizzo di un pozzo. Le indagini sono coordinate dal Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e dal Sostituto Procuratore Paola Vetro.

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