C’è sconcerto, lutto e costernazione dopo la strage di Licata nella quale questa mattina hanno perso la vita cinque persone, le quattro di un’intera famiglia, e l’autore della sparatoria che si è suicidato dopo un tentativo di fuga mentre era al telefono con i carabinieri che tentavano di farlo costituire.

Monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo metropolita di Agrigento, sottolinea: “La tragedia di Licata costituisce l’ennesima sconfitta di una cultura — la nostra — sempre più disorientata e sempre meno capace di gestire le emozioni e le tensioni che turbano l’esistenza personale e interpersonale. Esige una inderogabile presa di coscienza individuale e comunitaria sul valore della persona umana, soprattutto se innocente e indifesa, e sull’importanza della cura delle relazioni, al di là di ogni ferita e di ogni offesa. Chiama in causa tutti noi, nella responsabilità condivisa in merito alla promozione della cultura della vita e alla testimonianza del vangelo dell’amore e del perdono”.

“Profondamente addolorato, mia preghiera per vittime”

Il prelato conclude: “Profondamente addolorato per quanto accaduto, assicuro la mia preghiera per le vittime ed esprimo la mia vicinanza e il mio cordoglio alla famiglia e all’intera città di Licata”.

Padre Totino Licata “Serve il dialogo”

“Serve il dialogo, ma soprattutto è necessaria tanta cultura nuova per realizzare un colloquio, comprendersi e volersi bene. Ogni problema che viene fuori deve essere portato su un tavolo per essere discusso. Credo che sia mancato questo: un linguaggio di cultura giusta che possa far vivere una famiglia nella serenità”. Lo ha detto padre Totino Licata, parroco della chiesa San Giuseppe  Maria Tomasi sulla strage familiare verificatasi in contrada Safarello a Licata.

Il sacerdote ha ricostruito che i tre fratelli, prima, vivevano tutti nello stesso edificio, ognuno in un piano. “Poi, la sorella è andata via, trasferendosi nelle case del marito – ha spiegato il prete – e poi proprio Angelo Tardino si è trasferito nella casa di campagna. Cosa sia successo di recente non so”. Il quarantottenne si è suicidato a pochi passi dalla parrocchia e l’allarme si è innescato quando i licatesi, abitanti in via Guido d’Arezzo, hanno visto arrivare l’elisoccorso del 118.

“Licata ha bisogno di vivere più serenamente”

“Quando è arrivato l’elicottero abbiamo capito che qualcosa di terribile era successo e abbiamo cercato di comprendere chi fossero le persone coinvolte – ha detto il prete – Licata ha bisogno di vivere più serenamente perché fatti esterni, come il Covid, ci hanno portato ad un allontanamento totale dal convivere sereni. Questo è veramente grave, dobbiamo ritornare ad essere sereni”.

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