Una storia singolare, avvolta nel mistero dopo tanti anni. Si chiude il calvario di Gaetano Cangemi, giovane palermitano di 32 anni, arrestato tempo fa per la detenzione illegale di una pistola rubata ad un poliziotto, ed ora assolto dal Tribunale di Palermo “perché il fatto non sussiste”.

La vicenda avvolta nel giallo

Tutto nasce nel 2009 quando un poliziotto del commissariato “Porta Nuova” denuncia il furto della sua arma: una Beretta, più il caricatore e una cinquantina di proiettili calibro 9×21. Ben undici anni dopo, nel febbraio 2020, la pistola rubata al poliziotto viene ritrovata misteriosamente in possesso di una terza persona, Salvatore Tarantino, residente della zona di via dell’Olimpo.

Il ritrovamento dell’arma dopo 11 anni

Il soggetto fermato con la pistola rubata, e ritrovata dopo 11 anni, si sarebbe difeso davanti alle forze dell’ordine spiegando che l’arma gliel’aveva data il giovane Gaetano Cangemi, classe 1989. Come mai? Avrebbe avuto delle accese discussioni con alcuni vicini di casa, liti per questioni condominiali, e temeva che qualcuno di questi potesse fargli del male; così avrebbe deciso di dotarsi di un’arma per difesa personale. Arma che però – in base al database della Polizia – risultava rubata, nonché in possesso in passato di un loro collega, che aveva sporto denuncia 11 anni prima.

Via al processo

Vicenda piuttosto strana e intricata, che porta così le forze dell’ordine sulle tracce di Cangemi che viene arrestato per la detenzione illegale della pistola rubata. La versione di Tarantino viene quindi creduta.

Subito dopo però parte il processo e si ha un nuovo colpo di scena: la difesa di Cangemi – gli avvocati Riccardo Bellotta e Gioacchino Arcuri -fanno emergere una serie di anomalie nel corso del procedimento e alcune testimonianze sembrano contradditorie. Da qui l’assoluzione del 32enne Gaetano Cangemi, assolto ieri dal giudice Giangaspare Camerini “perché il fatto non sussiste”.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni; nel frattempo si dispone la revoca degli arresti domiciliari e si ordina l’immediata liberazione, “se non sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per altra causa”.

La presunta truffa alle assicurazioni

Lo scorso febbraio sempre Gaetano Cangemi, insieme ai fratelli Antonino e Carmelo, è finito coinvolto in un’altra vicenda. L’operazione “Dirty Cars” dei carabinieri della compagnia di Misilmeri, che ha fatto finire sotto inchiesta 16 persone, tra cui un appuntato scelto dei carabinieri in servizio alla stazione Palermo.

In base a quelle indagini i fratelli Cangemi si sarebbero messi d’accordo con un’agenzia che noleggiava auto di lusso, tra cui Ferrari di cui avrebbero finto il furto per ottenere dalle compagnie di assicurazione degli indennizzi.

A novembre la quinta sezione del Tribunale di Palermo presieduta da Donatella Puleo ha revocato gli arresti domiciliari nei confronti dei fratelli Carmelo e Gaetano Cangemi che erano stati arresti a febbraio 2021. Le indagini erano partite da dall’analisi di un profilo Facebook denominato “il cornuto di Palermo”. Per l’accusa, i fratelli sarebbero stati a capo di un’organizzazione che avrebbe truffato le assicurazioni per circa un milione di euro.

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