Lo sgomento è la primissima percezione che arriva leggendo la lettera dei parroci di Licata che hanno voluto prendere posizione dopo la terribile strage familiare di ieri nel paese dell’agrigentino. Nella missiva anche un passaggio al presunto movente che avrebbe spinto Angelo Tardino a compere il folle gesto, vale a dire una contesa legata all’eredità: “Riaffiora il dramma di Caino, specchio di una società malata e confusa che cerca “il profitto” calpestando il diritto alla vita”. Una lettera breve ma intensa in cui si manifestano dolore, sconcerto e preoccupazione per quanto accaduto. Angelo Tardino ha prima ucciso il fratello, la moglie e i loro due figli e poi si è suicidato.

Comunità ecclesiale costernata”

“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto, e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le sofferenze dei discepoli di Cristo – si legge -. La comunità ecclesiale di Licata con i suoi parroci prende atto con profonda costernazione della strage avvenuta a Licata in cui hanno perso la vita cinque persone: tra queste, due piccoli innocenti. Come comunità ecclesiale non possiamo tacere”.

“Il dovere del perdono”

“Abbiamo il dovere – proseguono nella lettera i sacerdoti Pino Agozzino, Tommaso Pace, Salvatore Licata, Leopoldo Argento, Gaetano Vizzi, Stefano Principato, Salvatore Cardella, Angelo Fraccica, Francesco Burgio e Giovanni Scordino – di annunciare il Vangelo della misericordia, del perdono, del rispetto per la vita, dal suo nascere al suo naturale compimento, di affermare, soprattutto, il primato dell’essere sull’avere. A nome di tutte le comunità parrocchiali di Licata, esprimiamo il nostro profondo cordoglio ed affidiamo al Dio della misericordia e dell’amore questi nostri fratelli e sorelle che, oggi, hanno tragicamente concluso la loro vita terrena, assicurando la nostra preghiera e vicinanza a quanti sono stati colpiti dal grave e pesante lutto”.

 

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