Accesso negato ai giornalisti alle udienze in corso al palazzo di giustizia di Siracusa. Una decisione presa dalla presidenza del palazzo di giustizia che stamane ha incontrato il segretario provinciale dell’Assostampa Siracusa, Prospero Dente, al quale ha assicurato dell’esistenza di una disposizione nazionale in tema di emergenza sanitaria.

Niente processi

In mattinata, un cronista si è recato in Corte di Assise per assistere al processo sull’omicidio di Evan, il bimbo di Rosolini per la cui morte sono sotto processo la madre ed il compagno della donna ma poco dopo aver messo piede in aula è stato invitato ad uscire. “Un cancelliere – racconta il cronista – mi ha chiesto di uscire in forza di un provvedimento del Tribunale ma ho protestato, chiedendo, allo stesso tempo, di prendere visione di questo documento”.

Ieri giornalista bloccato all’ingresso

Ieri mattina, invece, un altro giornalista siracusano è stato bloccato all’ingresso del palazzo di giustizia dalle guardie giurate che hanno motivato la decisione con l’esistenza di un provvedimento del Tribunale che disporrebbe un’autorizzazione per l’ingresso.

Al termine dell’incontro tra la presidente del Tribunale di Siracusa ed il segretario dell’Assostampa Siracusa si è deciso di stipulare un protocollo per consentire ai giornalisti di partecipare alle udienze per garantire il diritto di cronaca.

Le norme bavaglio

Ma i giornalisti devono affrontare altre restrizioni.  “L’introduzione delle nuove norme sulla cosiddetta “presunzione d’innocenza rafforzata“, contenute nel decreto legislativo dell’8 novembre 2021, n. 188 “il lavoro dei cronisti sta incontrando ostacoli e difficoltà”.

Lo dice una nota del consiglio dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia che valuta “con preoccupazione la deriva innescata dalla nuova disciplina dei rapporti tra la stampa e la giustizia. Decide quindi di promuovere tutte le iniziative necessarie, anche in raccordo con il consiglio nazionale dell’Ordine, perché i rapporti con le fonti tornino a essere impostati su un giusto bilanciamento tra due fondamentali principi costituzionali: la libertà di stampa e la presunzione di innocenza”