Non ha ancora una rete fognaria Augusta, il secondo Comune più importante del Siracusano dopo il capoluogo, ma c’è un progetto per la sua costruzione.

Analisi sull’acqua di falda

Il passo in avanti verso la realizzazione dell’opera è stato comunicato dal sindaco, Giuseppe Di Mare, a seguito dei risultati  sulle analisi dei campioni di suolo e delle acque di falda  ricadenti nell’area SIN di Priolo, prelevati lungo i tracciati di progetto dei due collettori principali del sistema fognario augustano. Si tratta di indagini ritenute necessarie per completare la progettazione esecutiva degli interventi.

Il progetto ed il finanziamento

“Una buona notizia – afferma il Commissario Maurizio Giugni – che ci permette di proseguire sulla strada, oggi chiara e ben tracciata, per dotare Augusta di un efficiente sistema fognario- depurativo: abbiamo un Masterplan, un progetto esecutivo di prossima definizione, una disponibilità finanziaria raddoppiata fino a 55 milioni per realizzare le opere”.

Conferenza dei servizi

Secondo quanto fa sapere il Comune di Augusta, una volta conclusa l’acquisizione delle analisi, “sulle cui risultanze sono già in corso valutazioni ed elaborazioni”,  il passo successivo è il completamento della progettazione esecutiva dell’opera.

“E’  iniziata nel settembre scorso e già pressoché definita, in modo – dice il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare – da poter avviare celermente l’iter di acquisizioni dei pareri che proseguirà con la convocazione di una conferenza di servizi e la richiesta di valutazione ambientale presso il Dipartimento  Regionale dell’Ambiente. A questo passaggio dovrà poi seguire la gara per i lavori e la loro realizzazione, che permetterà ad Augusta di avere un nuovo sistema fognario e depurativo, uscendo dall’infrazione comunitaria”.

Opera mai realizzata

Oltre 30 anni fa, furono realizzate della vasche per raccogliere i liquami e delle palazzine per ospitare degli uffici ed a lì si fermarono i lavori, come se per costruire una palazzina un ingegnere ritenesse di dover cominciare dal tetto. Di scarichi in mare censiti ce ne sarebbero circa 30 ma a questi devono aggiungersene altri, quelli, diciamo, “abusivi”. E per questi sversamenti in mare, che in un paese occidentale ed industrializzato appaiono anacronistici, i contribuenti sono costretti a pagare un prezzo, sotto forma di sanzioni. Insomma, cornuti e mazziati.