I sospetti dei carabinieri sono stati confermati. Dentro l’auto quei tre giovani, fermati nel messinese, avevano droga, soldi e materiale utile al confezionamento. L’operazione antidroga si è chiusa con tre arresti in flagranza. In manette due uomini e una donna con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio in concorso. Dentro la macchina rinvenuti quasi 250 grammi tra cocaina e marijuana, oltre che bilancini di precisione.

Il posto di blocco

Nel corso di un servizio di controllo del territorio, nel transitare in una via del centro di Merì, i militari dell’Arma hanno notato un’autovettura con tre giovani a bordo che alla loro vista hanno assunto un atteggiamento sospetto. Per questo motivo, i carabinieri della locale stazione, coadiuvati dai colleghi della sezione radiomobile e della vicina stazione di Santa Lucia del Mela, ritenendo che i tre potessero nascondere qualcosa all’interno dell’autovettura, procedevano ad un controllo di polizia sottoponendoli a perquisizione personale e veicolare.

I riscontri

L’ipotesi investigativa dei carabinieri si è dimostrata fondata ed infatti, nel corso della perquisizione, all’interno dell’autovettura è stato rinvenuto un borsone dove erano stati nascosti due involucri di cellophane contenenti rispettivamente 44 grammi di sostanza stupefacente di tipo cocaina ed oltre 200 grammi di marijuana, due bilancini di precisione e la somma di 1.500 euro in contanti, ritenuta il guadagno dell’attività illecita.

L’analisi dello stupefacente

La sostanza stupefacente, inviata al reparto carabinieri investigazioni scientifiche di Messina per le analisi di laboratorio, la somma di denaro ed i bilancini di precisione sono stati sequestrati ed i tre giovani sono stati arrestati, in flagranza di reato, per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio in concorso. A conclusione delle formalità di rito, come disposto dal sostituto procuratore di turno della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, gli arrestati sono stati sottoposti ai domiciliari in attesa di essere giudicati con rito direttissimo.

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