“Cuffaro non è mio King maker, sua lista ha scelto me dopo votazione interna no all’unanimità”. Il candidato sindaco di centrodestra torna ancora sula polemica che lo ha investito circa il sostegno di Totò Cuffaro e i manifesti apparsi a Palermo contro la mafia e alcuni partiti che sostengono lo stesso Lagalla, tra cui Forza Italia e DC Nuova.

Cuffaro non è mio king maker

“Quando si è deciso se sostenere me o Francesco Cascio, Cuffaro tentennò fino alla fine. E a decidere è stato un voto, che non fu per altro unanime, fra tutti i candidati della DC Nuova al Consiglio comunale e nelle circoscrizioni”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla, intervistato dal Giornale di Sicilia. “Dire che Cuffaro è il king maker della mia candidatura è una bugia strumentale”.

L’assenza alle commemorazioni stragi

Lagalla non è andato alle commemorazioni Falcone. Una scelta che ha scatenato la polemica con gli avversari. “Alle manifestazioni in ricordo della strage di Capaci avrei voluto esserci, come avevo detto” – commenta Lagalla – ma ho parlato con Maria Falcone e con le autorità civili e si è ritenuto che fosse più utile evitare la mia presenza. Anche questo si chiama senso delle istituzioni”. Lagalla ha anche ricordato che nei giorni precedenti “ci sono stati interventi che hanno aizzato la folla ad agire quantomeno in maniera scomposta. Al mio Paese si chiama intimidazione”.

“Rifiuto voti di chi pensa di ottenere da me tornaconti”

“C’è imbarazzo a prendere voti da chi ritiene di ottenere un tornaconto. Questi voti li rifiuto fin da adesso”, ha aggiunto. “La mia storia personale parla per me. Nei numerosi incarichi che ho ricoperto non c’è nessuno che possa indicare una mia azione men che legittima. Si sta consumando un gioco al massacro che sta facendo penare me e la mia famiglia”. “Non credo di dover prendere lezioni di etica pubblica”.