“Io e tanti palermitani e siciliani onesti abbiamo un sogno che comincia a realizzarsi, rifare la Democrazia Cristiana. Scegliere d’inquinare un solenne giorno di memoria con uno squallido spettacolo politico da campagna elettorale per tentare di “mascariarla” è stato a mio modesto parere disgustoso. È accaduto pure questo il 23 maggio 2022 con la volontà di certa parte della sinistra politica e la complicità di una parte di quella artistica e giornalistica”. Lo dichiara Totò Cuffaro, commissario regionale della DC Nuova a seguito delle vibranti polemiche sorte in occasione delle commemorazioni del trentennale delle stragi del 1992.

“Non querelo Pif”

“Vorrei dire a Pif che può tenere il suo animo disteso perché normalmente io querelo le persone non ‘i pif’. Considerata, quindi, la mia volontà di non querelarlo può anche sollevare l’avvocato che ha  nominato dal palco, perché non avrà certo bisogno di essere difeso dall’Avv. Leoluca Orlando Cascio. Questo mi è molto di conforto perché non dovendo difendere ‘i pif’ non querelati da me potrà occuparsi – tra una indignazione e l’altra nei miei confronti – di dare degna sepoltura alle oltre 1200 bare accatastate al cimitero dei Rotoli da oltre un anno. Questa però è la mia speranza ma non credo che lo farà. E comunque io ‘i pif’ non li querelo”.

La polemica con Lirio Abbate

“Su Lirio Abbate – continua Cuffaro – oggi direttore del giornale L’Espresso mi limito a riportare pedissequamente ciò che è stato messo agli atti dagli inquirenti circa i suoi rapporti con Montante: ‘Dal contenuto della cartella di Montante denominata TUTTI emerge la sussistenza di ottimi rapporti tra lo stesso imprenditore e il giornalista Lirio Abbate risalenti già al 2008’. Colazioni, pranzi, cene, ferragosto in barca, tutti meticolosamente appuntati da Montante fino al 2013, che testimoniano quella ‘sussistenza di ottimi rapporti’ tra i due. Magari se qualcuno avrà voglia di fare una ricerca scoprirà che sullo stesso palco della memoria del 23 maggio di un po’ di anni fa troverà insieme a spargere gocce di morale contro di me alcuni paladini dell’antimafia, al tempo molto in auge, politici e non che da un po’ chi fa antimafia vera ha scaricato. Ma Lirio Abate che li ha conosciuti bene e li ha frequentati, per motivi professionale naturalmente, ha preferito dimenticarli. Convenienza o oro hanno diritto all’oblio”.

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