Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rispedito al mittente il consiglio di cedere parte del territorio di Kiev alla Russia per arrivare presto a un accordo di pace, confrontando questa mossa con l’accordo di Monaco del settembre 1938, secondo cui il Governo di Praga dovette cedere alla Germania nazista la zona dei Sudeti ma Adolf Hitler non si fermò.

Il riferimento è soprattutto all’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, che ha affermato che la pace non potrà che passare attraverso la cessione di alcuni territori a Mosca.

“Qualunque cosa faccia lo Stato russo – ha detto Zelensky –  c’è qualcuno che dice: teniamo conto dei suoi interessi. Quest’anno a Davos questa campana ha suonato di nuovo. Nonostante migliaia di missili russi abbiano colpito l’Ucraina. Nonostante decine di migliaia di ucraini uccisi. Nonostante Bucha e Mariupol. Nonostante le città distrutte. E nonostante i ‘campi di filtraggio’ costruiti dallo Stato russo, in cui i nostri cittadini vengono uccisi, torturati, violentati e umiliati, come su un nastro trasportatore. E tutto questo la Russia lo ha fatto tutto in Europa”.

Zelensky ha aggiunto: “L’impressione è che il calendario di Kissinger non sia il 2022 ma il 1938, e che pensasse di parlare non al pubblico di Davos, ma a quello di Monaco di Baviera nel 1939, quando la famiglia Kissinger stava scappando dalla Germania nazista”. In quel caso “nessuno lo sentì dire che avrebbero dovuto adattarsi ai nazisti invece di fuggire da loro o combatterli”.

Il presidente ucraino, poi, parlando di un editoriale apparso sul New York Times, che anche “in alcuni media occidentali hanno iniziato ad apparire editoriali ‘sintomatici’ secondo cui presumibilmente l’Ucraina deve accettare difficili compromessi, rinunciando al territorio in cambio della pace. Forse anche il New York Times nel 1938 scrisse qualcosa di simile. Ma ora, ricordo, siamo nel 2022”.

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