Da qualche giorno è scattata la paura per una nuova infezione, il vaiolo delle scimmie. Ma oggi arriva una buona notizia. Il 17enne di origini egiziane ricoverato al Policlinico di Palermo è risultato negativo al virus. A stabilirlo l’esito degli esami eseguiti allo Spallanzani di Roma. Il giovane era stato ricoverato perché presentava delle eruzioni cutanee.

Attesa per l’esito degli esami di un altro migrante ricoverato

In giornata si attende l’esito degli esami anche per un altro migrante, ricoverato anche lui al Policlinico di Palermo. Si tratta di un 30enne marocchino proveniente da un centro di accoglienza dell’Agrigentino.
Entrambi i pazienti sono in buone condizioni di salute.

Gli infettivologi invitano a non abbassare la guardia

Sembra, al momento, scongiurata l’ipotesi che il virus possa essere arrivato in Sicilia, tuttavia gli infettivologi invitano a non abbassare la guardia. Il vaiolo delle scimmie non si diffonde facilmente come il Covid19 ma bisogna comunque prestare molta attenzione, perché il contagio avviene dopo un contatto stretto con chi è affetto dalla malattia. Per questo motivo bisogna evitare i rapporti sessuali con persone che non si conoscono bene.

Cos’è il vaiolo delle scimmie o MonkeyPox

Il vaiolo delle scimmie è un’infezione rara, solitamente lieve, che interessa tipicamente gli animali selvatici in alcune parti dell’Africa. È stato scoperto per la prima volta nel 1958 nelle scimmie tenute per la ricerca (da qui il nome) con il primo caso umano registrato nel 1970. La malattia è una parente del vaiolo, che causa un’eruzione cutanea che spesso comincia sul viso.

Come avviene il contagio?

Il contagio del vaiolo delle scimmie può avvenire tramite il morso di un animale infetto o toccandone sangue, fluidi corporei o pelliccia. Si ritiene che sia diffuso dai roditori, come ratti, topi e scoiattoli. È anche possibile contrarre la malattia mangiando la carne di un animale infetto che non è stata cucinata correttamente.
Come detto, non si diffonde facilmente tra le persone come il Covid19, tuttavia è possibile infettarsi toccando i vestiti, la biancheria da letto o gli asciugamani usati da qualcuno con l’eruzione cutanea tipica della malattia. Il vaiolo delle scimmie può anche essere trasmesso toccando le vesciche o le croste della pelle causate dalla malattia o avvicinandosi troppo alla tosse e agli starnuti di una persona infetta.

I sintomi del vaiolo delle scimmie

In caso di contagio, di solito ci vogliono dai 5 ai 21 giorni prima che compaiano i primi sintomi: febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, ghiandole gonfie, brividi e stanchezza.
Un’eruzione cutanea appare in genere da uno a cinque giorni dopo la comparsa di questi sintomi. L’eruzione cutanea è talvolta confusa con la varicella perché comincia con la presenza di macchie sulla pelle che si trasformano in piccole croste piene di liquido. I sintomi di solito si risolvono entro due o quattro settimane e le croste cadono.

La malattia può uccidere?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, studi in Africa centrale, dove le persone hanno meno accesso a un’assistenza sanitaria di qualità, mostrano che la malattia uccide fino a una persona infetta su 10. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti guarisce entro poche settimane.

Esiste una cura?

I pazienti di solito dovranno restare in un ospedale specializzato in modo che l’infezione non si diffonda e i sintomi generali possano essere trattati. Esiste un vaccino e un trattamento specifico, il Tecovirimat, un farmaco solitamente venduto con il marchio Tpoxx ma non ancora ampiamente disponibile.
(Fonte: Time.com.)

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