Anche il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo recante “Norme di attuazione dello Statuto della Regione Siciliana in materia di armonizzazione dei sistemi contabili, dei conti giudiziali e dei controlli”, già determinato dalla Commissione paritetica Stato-Regione Siciliana ed attuativo del punto 8) dell’accordo in materia di finanza pubblica, sottoscritto il 16 dicembre 2021 tra il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci ed il ministro dell’economia e le finanze Daniele Franco.

La norma, che modifica l’articolo 7 del D. Lgs. n. 158/2019, determina la possibilità per la Regione di utilizzare nell’esercizio 211 milioni di euro, pari a circa la metà dell’importo relativo alle quote ordinarie di copertura del disavanzo accertato con l’approvazione del rendiconto 2018.

La norma dovrà adesso essere emanata con decreto del presidente della Repubblica e pubblicata sulla gazzetta ufficiale, iter che dovrebbe definirsi in qualche settimana.

Come già precisato dall’assessorato all’economia durante il dibattito all’Ars sull’approvazione del bilancio 2022-24, che sarà pubblicato sabato prossimo in gazzetta Ufficiale, l’entrata in vigore di tale disposizione di attuazione consente di liberare ingenti risorse assegnate a capitoli che erano stati congelati, ma che adesso diverranno immediatamente disponibili.

Fiscalità di vantaggio per chi investe in Sicilia

La Sicilia potrà diventare un’area a fiscalità di sviluppo. Non solo le Zone economiche speciali ma molto di più di così e con attenzione all’intera isola. Ad annunciarlo a fine marzo a BlogSicilia l’assessore regionale all’Economia e vicepresidente della Regione Gaetano Armao “Ho avuto notizia che è pronto per l’analisi del Consiglio dei Ministri – disse Armao intervenendo a Talk Sicilia – il disegno di legge che consente alla Sicilia di introdurre la fiscalità di sviluppo. Si tratta di un sistema analogo a quello delle Zes, le Zone economiche speciali, ma esteso all’intera isola. Sarà un altro degli elementi che permetterà di compensare il divario insulare ma soprattutto sarà un forte attrattore di investimenti, di sviluppo e di crescita del Pil”.