“Il coordinamento nazionale polizia penitenziaria ha proclamato lo stato di agitazione e la rottura dei tavoli di contrattazione con la direzione della casa di reclusione ‘maresciallo Di Bona’ dell’ex Ucciardone. Ci troviamo di nuovo a  dover rompere le trattative con la direzione del vecchio carcere borbonico”. Lo dichiara il segretario provinciale del Cnpp Maurizio Mezzatesta.

Il muro di gomma

“Negli ultimi diciotto mesi numerosi sono state le note sindacali a tutela del personale di polizia penitenziaria inviate alla direzione con l’intento di migliorare le condizioni di lavoro, fin qui sotto certi aspetti mortificanti con i carichi di lavoro eccessivi e prolungamento dell’orario di lavoro oltre il massimo consentito in una struttura che ha pochissimo di tecnologico e verosimilmente non al passo con i tempi – continua Mezzatesta -. Abbiamo sempre dato il nostro supporto, proponendo anche soluzioni ad alcuni disagi che ancora  non sono stati risolti, come la soppressione di riposo e congedi che vanno a  penalizzare principalmente la  famiglia”.

Interventi immediati

Per il segretario regionale Domenico Del Grosso del Cnpp servono interventi immediati: “Sono state inviate circa 100 note sindacali – dice Del Grosso – e una manifestazione al grido ‘Basta Aggressioni’, perché bisogna ricordare che all’Ucciardone numerose sono state le aggressioni e tanti gli agenti feriti. Abbiamo chiesto alla direzione un cambio di rotta nell’organizzazione del lavoro e del benessere del personale e un avvicendamento di tutti i dirigenti di polizia penitenziaria ivi di servizio”.

Diversi episodi di violenza

Diverse le aggressioni che si sono registrate nel tempo all’interno del penitenziario palermitano. L’ultima appena il mese scorso quando tre detenuti hanno aggredito un agente di polizia penitenziaria e gli hanno preso le chiavi per picchiare violentemente un detenuto. Due italiani e un  tunisino, al rientro dal passeggio, hanno aggredito l’agente di polizia in servizio nel piano strappandogli violentemente dalle mani le chiavi delle celle con l’intento, successivamente portato a termine, di picchiare violentemente un altro detenuto.  Il tempestivo allarme dell’agente ferito e l’arrivo di altri colleghi ha sicuramente evitato ulteriore gravissime conseguenze.

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