“Verificheremo con attenzione con gli uffici competenti del Dipartimento che le condizioni che hanno determinato il riconoscimento della parità all’Istituto Leonardo Sciascia di Partinico non siano venute meno con il provvedimento giudiziario”. Lo afferma Alessandro Aricò, assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale della Regione Siciliana, commentando il provvedimento della guardia di finanza di Palermo che ha portato al sequestro dell’istituto scolastico e alle accuse di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e false comunicazioni sociali per le due amministratrici.

Il sequestro

Avrebbero fatto fallire una società per costituirne una seconda e proseguire l’attività scolastica in un istituto paritario di Partinico. I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip di Palermo, su richiesta della procura. L’ordinanza di interdizione per un periodo di un anno è stata emanata nei confronti di 2 due donne,  che, quindi, per 12 mesi non potranno svolgere attività imprenditoriale. Con lo stesso provvedimento è stato sequestrato l’istituto paritario Leonardo Sciascia di Partinico di via Platani 4.

Le due imprenditrici indagate

I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di Rosanna Bandiera, 62 anni di San Giovanni Gemini legale rappresentante della Società nazionale scuole riunione srl fallita il 19 giugno del 2020 e amministratore di fatto della Rmb srl e Francesca Amiri, 63 anni residente a Partinico, rappresentante della Rmb srl.  Sono accusate nella loro veste di amministratori di fatto e di diritto delle società convolte, di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e false comunicazioni sociali.

Le accuse

I finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo sarebbero riusciti a ricostruire la presunta bancarotta attraverso accertamenti contabili, documentali e finanziari, che hanno consentono di ipotizzare la distrazione dei fondi attraverso il trasferimento in modo illegale dell’attività d’impresa verso una società neocostituita, con un contratto di cessione di ramo d’azienda, per un importo nettamente inferiore rispetto al reale valore di mercato, per  consentire la prosecuzione dell’attività scolastica senza soluzione di continuità, lasciando la precedente società,  poi fallita, in grave stato di dissesto che aveva accumulato debiti per oltre 1,7 milioni di euro.

Secondo i militari nei bilanci societari non ci sarebbe stata traccia della reale situazione debitoria dell’impresa, al fine di celarne lo stato di default. L’istituto sequestrato è stato affidato ad un amministratore giudiziario nominato dal tribunale di Palermo, con il compito di garantire la continuità dell’attività scolastica e mantenere i livelli occupazionali, per preservare i diritti dei lavoratori e della stessa utenza, nel caso specifico rappresentata dagli studenti.