E’ di nuovo flop del vertice convocato per la formazione della giunta comunale a Palermo. Non sono ancora maturi i tempi per formare la nuova squadra di Governo della città. Roberto Lagalla continua le sue interlocuzioni con le forze di centrodestra per cercare di trovare una quadra e di appianare qualche dissidio all’interno della coalizione. Problemi che però si stanno palesando in tutto il loro peso a margine del vertice a Palazzo delle Aquile.

Lagalla a Roma per i bilanci

Confronto saltato, almeno ufficialmente, per sopravvenuti impegni del sindaco. Primo cittadino che è volato nuovamente a Roma per reperire risorse fondamentali per chiudere i bilanci, in particolare il triennio 21-23 e 22-24. Servono soldi e anche tanti per riuscire a chiudere il cerchio contabile di Palazzo delle Aquile. Così il primo cittadino, dopo aver incontrato il ministro Lamorgese la scorsa settimana, ha avuto un nuovo confronto con la viceministro Laura Castelli e con Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Senza troppi giri di parole, Lagalla ha palesato l’insufficienza dei fondi garantiti dall’attuale accordo con lo Stato, chiedendo una revisione dei fondi del piano di riequilibrio. Disponibilità confermata dal Governo nazionale, pronto a dar vita ad un tavolo tecnico sul modello di quanto avvenuto per Napoli e Roma. Una norma “Salva Palermo”, che, però, non potrà essere partorita a breve. “Abbiamo chiesto un aiuto finanziario a fronte di una revisione e di una rimodulazione del piano di riequilibrio per il Comune – ha dichiarato Lagalla a margine dell’incontro -. Stiamo quindi continuando a lavorare con il governo nazionale, sulla stessa linea degli incontri avuti la settimana scorsa proprio con il viceministro Castelli e con il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, la quale, in quell’occasione, aveva mostrato piena apertura per Palermo”. Servirà, quindi, qualche aiuto ulteriore ed urgente per cercare di dipanare la matassa dei bilanci e quella relativa agli aumenti dell’Irpef.

Dissidi interni e deleghe pesanti

Quello delle difficoltà economico-finanziarie è il principale problema dal quale Palermo dovrà in qualche modo uscire. Bisogna superare le criticità che stanno tenendo inceppata la macchina amministrativa. Ciò per risolvere le ataviche carenze tecniche e di personale in diversi settori chiave dall’Amministrazione.

Anche questo è uno dei nodi nella composizione della futura Giunta. Percorso sul quale diversi partiti chiedono maggiore spazio. Ma una cosa è certa: all’interno delle forze a sostegno di Roberto Lagalla sembra che tutti vogliano assessorati, ma allo stesso tempo nessuno sembra chiedere quelli dalle deleghe pesanti. Insomma nessuno vuole assumersi le ‘grandi responsabilità’ derivanti dai temi più spinosi come cimiteri, bilancio e rifiuti

Tra queste ‘deleghe pesanti’ chiaramente rientra quella ai Servizi Cimiteriali. L’emergenza al camposanto dei Rotoli è ben nota a tutti: 1300 bare a deposito in attesa di una degna sepoltura. Servizi al collasso, campi d’inumazione della parte alta inagibili a causa delle erbacce e bare danneggiate a causa della recente ondata di caldo. Una bella gatta da pelare per chiunque e che nessuno ha chiesto, tranne uno: l’ex capogruppo della Lega Igor Gelarda. Figura che sta incontrando delle resistenze all’interno del partito, ma che ha attratto l’attenzione del primo cittadino nei giorni scorsi. Un confronto nel quale l’esponente del Carroccio ha posto condizioni ben precise per ricoprire l’incarico. Dialogo che attende una risposta e legato a doppio filo al ticket per le Regionali che si sta instaurando fra Prima l’italia e l’UdC, compagine di riferimento proprio dello stesso Lagalla.

Altra delega pesante è quella dei Rifiuti. Il capoluogo siciliano continua ad essere in piena emergenza, con l’impianto di Bellolampo al collasso in attesa delle ordinanze che possano sbloccare gli abbancamenti nella terza vasca bis e nella quarta vasca. Manovra che permetterebbe di attendere il completamento dei lavori del primo lotto della settima vasca, che sembrano più in ritardo del previsto.

Tecnici e ruolo delle Partecipate

Tra le deleghe ‘osteggiate’ vi è anche quella al Bilancio, che Lagalla punta comunque a mantenere come tecnica. Su tale fronte, il Professore potrebbe puntare per il nome di Angelo Cuva, docente di Scienze Politiche e delegato ai Rapporti con l’Agenzia delle Entrate e con la Guardia di Finanza. Un profilo di tutto rispetto istituzionale e accademico, che potrebbe così rappresentare un’arma in più per riequilibrare i conti del Comune di Palermo e combattere il problema della mancata riscossione.

A proposito di tecnici, sembra verso l’ok definitivo la scelta di Maurizio Carta come assessore all’Urbanistica e alla Viabilità. Il prorettore dell’Università sta partecipando già attivamente a diversi progetti con l’Amministrazione Comunale, dimostrando una certa sinergia con l’attuale sindaco.

Un ragionamento nel quale potrebbero rientrare inevitabilmente le società partecipate e le presidenze di commissione. Ciò per dare maggiori margini di manovra allo stesso Lagalla. A tal proposito, più di qualcuno aveva pensato che le dimissioni di Girolamo Caruso dal ruolo di amministratore unico di Rap potessero muoversi in tal senso, ma il respingimento della remissione dall’incarico da parte di Lagalla ha spento tali rumors, visti anche i buoni rapporti che intercorrono fra i due soggetti in causa. Non è da escludere però che qualche partecipata di peso possa rientrare nel discorso Giunta. Ciò per togliere dall’imbarazzo qualche forza politica divisa fra due fuochi.

Giochi chiusi in Forza Italia, Miccichè spinge per Cascio

La parola chiave di queste ore rimane quindi incertezza. Unica compagine in cui i giochi sembrano fatti è quella di Forza Italia. Gianfranco Miccichè ed Edy Tamajo hanno trovato, già da qualche giorno, un accordo tecnico all’interno della compagine azzurra, anche se il presidente dell’Ars continua a premere sul sindaco per dare a Francesco Cascio il giusto riconoscimento dopo il ritiro della propria candidatura. Difficile ottenere il ruolo di vicesindaco, sul quale sembra ormai avviata Carolina Varchi. Più probabile il ricorso al profilo dell’ex candidato a sindaco in una veste dirigenziale.

Partito che si è cementato intorno alla posizione Giulio Tantillo come candidato numero uno alla presidenza del Consiglio Comunale. Lo storico consigliere, giunto al quinto mandato, garantisce il giusto mix fra esperienza e rispetto istituzionale che accontenta tutte le anime di Forza Italia. Partito che potrà esprimere tre preferenze in merito alla Giunta. Nomi fra i quali rientrerà quasi sicuramente quello di Rosi Pennino che, per sua esperienza personale e professionale, viene data vicina all’assessorato alle Politiche Sociali. Sul fronte di Gianfranco Miccichè, il coordinatore regionale pressa Lagalla per il nome di Andrea Mineo come possibile assessore con delega alle Attività Produttive. Profilo sul quale sembra che si sia trovata la quadra.

Gioca in casa il deputato regionale Edy Tamajo. Anzi, sarebbe meglio dire in famiglia. Tramontata la pista che portava a Leopoldo Piampiano, per lui troppo pesante l’esperienza in era Orlando, la scelta potrebbe ricadere sul padre Aristide Tamajo. Il presidente della Parmonval potrebbe puntare alle deleghe relative alla Pubblica Istruzione, Edilizia Scolastica e Coime. Area, quella di Sicilia Futura, a cui andrà anche la scelta del futuro capogruppo di Forza Italia.

Lotta fra correnti in Fratelli d’Italia

Momento di confronto anche in casa Fratelli d’Italia. I vertici regionali del partito hanno annunciato, nei giorni scorsi, un incontro proprio con Roberto Lagalla. Confronto promosso dal coordinatore provinciale Raoul Russo e da quello regionale, ovvero Giampiero Cannella, attraverso una nota ufficiale. Quest’ultimo punta ad un incarico al  Patrimonio, anche se lo stesso potrebbe lasciare il posto ad un suo fedelissimo in vista delle prossime elezioni regionali. In questa cerchia rientra il consigliere comunale uscente Mimmo Russo.

Soluzione però osteggiata da due correnti del partito. Una facente capo all’eurodeputato Giuseppe Milazzo, che ha eletto tre suoi alfieri e un presidente di Circoscrizione (Valenti in VI) nella scorsa tornata elettorale. L’altra è quella facente capo al consigliere comunale Francesco Scarpinato, che ha eletto alla presidenza della III Circoscrizione un suo uomo, ovvero Gioacchino Vitale. Confronto sul quale è subentrato anche il collettivo nazionale, con in testa Ignazio La Russa, chiamato a sciogliere una matassa non facile. Fuori da contestazione il ruolo di Carolina Varchi come futuro vicesindaco. La parlamentare ha sciolto le riserve e si avvia ad essere la numero due di Roberto Lagalla.

La Lega ferma sulla richiesta di due assessori

A rimanere amareggiata dal mancato vertice di maggioranza è soprattutto Prima l’Italia. Francesco Scoma era sceso da Roma appositamente per chiarire la propria posizione, ma tutto si è dissolto in un nulla di fatto. Il parlamentare nazionale ha però chiarito quella che è la sua posizione, ovvero la richiesta di due assessori. Scelte sulle quali pende il ticket per le prossime Regionali, con l’UdC che richiama i suoi spazi.

In tal senso, la strategia interna del partito prevede che si dovrà scegliere in ordine gerarchico, in base a chi ha preso il maggior numero di preferenze. Classifica nella quale primeggia Sabrina Figuccia, che viene così data come candidata papabile ad un assessorato, sospinta dal fratello Vincenzo Figuccia. Anche qui però, come nel caso di Andrea Mineo, ci sarà da vincere alcune resistenze, figlie dei possibili apparentamenti in vista delle prossime elezioni regionali.

Partita dalla quale viene si tiene fuori Marianna Caronia, la quale ha già scelto durante la campagna elettorale il candidato alla presidenza della IV Circoscrizione Giuseppe Di Vincenti. Profilo che ha poi vinto agilmente la competizione elettorale. Toccherebbe così ad Alessandro Anello indicare il secondo nome, sempre che Roberto Lagalla decida di concederlo.  In caso contrario, sarebbe il segretario regionale Nino Minardo a scegliere il nome in quota Prima l’Italia. In tal senso, Pippo Fallica sarebbe il classico uomo di garanzia di tutto il partito. Un profilo che però potrebbe essere ad interim, a seconda di come andrà la tornata elettorale d’autunno per Palazzo dei Normanni.

Nuccia Albano in pole in casa Nuova DC

Con riguardo alla compagine democristiana, riportata in auge nell’ultima tornata elettorale dall’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, c’è stato un incontro con il primo cittadino, promosso dal neo commissario Giorgio Cipolla e dai vicecommissari regionali Pippo Enea e Giuseppe Alessi.

Presente anche il consigliere comunale Domenico Bonanno, secondo degli eletti in casa Nuova DC. Sede nella quale i democristiani hanno consegnato la lista dei papabili assessori. Ruolo per il quale era stato indicato prima delle elezioni il nome di Antonella Tirrito. Profilo che, però, ha perso punti dopo la tornata elettorale appena trascorsa, anche a causa delle scelte politiche dell’assessore regionale Totò Cordaro e dai numeri raggiunti dal consigliere comunale uscente Paolo Caracausi. Avanzano in tal senso le quotazioni del medico Nuccia Albano, democristiana della prima ora. Per lei si profila un incarico alla Scuola, anche se la sua esperienza nel terzo settore potrebbe metterla in competizione con il profilo di Rosi Pennino per le Attività Sociali.

Lavoriamo per Palermo: che farà Faraone?

Si attende che si diradi la ‘nebbia’ anche in casa Lavoriamo per Palermo. Lista del sindaco e che quindi dovrebbe rappresentare il fronte civico della coalizione, anche se è ben nota la presenza di diversi esponenti di Italia Viva, come il capogruppo uscente Dario Chinnici. Una posizione combattuta quella dei renziani, pressati dall’area nazionale per andare all’opposizione ma intenzionati in realtà, almeno per il momento, a seguire il progetto politico del sindaco che hanno sostenuto in campagna elettorale.

Lo stesso Roberto Lagalla, ai microfoni dei giornalisti, ha chiarito che la lista esprimerà un nome per la futura Giunta. Da capire cosa farà in tal senso Davide Faraone, il quale ha chiesto mandato ai suoi rappresentanti cittadini per potere avere operatività in tal senso. La strada maestra fa propendere verso una richiesta di stampo tecnico, magari accoppiata a qualche nomina in cabina di regia.

“A me non risulta che ci siano renziani in quanto tali – ha dichiarato il sindaco -. Ci sono dei consiglieri comunali eletti in una lista civica che fa riferimento diretto al sindaco. E’ prevedibile che, all’interno di quella componente, questo gruppo possa esprimere una candidatura”. Fra i nomi di stampo politico più papabili rimane in lizza quello di Totò Orlando, con possibile indirizzo verso una delega per le società Partecipate. Nome che però potrebbe far storcere qualche naso. La compagine renziana potrebbe muoversi quindi verso un profilo di stampo tecnico.

Piovono critiche dalle opposizioni

Problemi di composizione della squadra di Governo su cui iniziano a piovere critiche dai banchi dell’opposizione. Dopo l’attacco proposto ieri dall’esponente del PD Rosario Filoramo, è il turno del consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Antonino Randazzo. L’alfiete pentastellato sottolinea i ritardi conseguiti dal neosindaco Roberto Lagalla.

“A diciassette giorni dal suo insediamento a nuovo sindaco, Roberto Lagalla non è in grado di avviare la macchina amministrativa del Comune con la composizione della Giunta. Questa anomalia è dettata da lotte interne nella coalizione del centrodestra per la spartizione del potere. Ciò per mettere la propria bandierina sulle poltrone che contano in barba alle esigenze della città e agli interessi dei palermitani”.

“Tutto questo teatrino di interessi e di antica politica – prosegue Randazzo – era abbondantemente previsto dato che alla candidatura unica di Lagalla s’era giunti dopo accordi pubblici e segreti, patti trasversali e ritiri anomali della competizione elettorale. A fronte di tutto questo, oggi il sindaco di Palermo sta dimostrando tutta la sua inesperienza politica, l’essere blindato da decisione ed equilibri politici non suoi e abbastanza lontano da quella che è la vita reale in città”.

Contestazioni dal fronte degli esclusi

Una matassa che non è così facile da sciogliere, visto e considerato che a breve-medio termine ci saranno le elezioni Regionali. E il “fuoco amico” non è tardato ad arrivare. Colpi sparati dall’esponente palermitano di Noi con l’Italia Saverio Romano, che ha ricordato nei giorni scorsi agli alleati l’accordo pre-elettorale di maggio. “Un’alleanza tra partiti è tale se viene rafforzata l’idea di condivisione delle scelte politiche ed amministrative prima di ogni decisione. Il metodo secondo il quale in una coalizione chi vince, anche grazie al contributo elettorale degli altri, prende tutto, ne snatura l’essenza e si riduce ad un’accozzaglia. Per tanto tempo, perdendo abbiamo accettato e preteso il ruolo di opposizione senza tentazioni ‘salterine’. In questa occasione a Palermo anche noi abbiamo vinto, conseguendo un risultato che, di comune accordo, è stato stabilito come minimo per avere rappresentanza nel governo”.

“Non ci sono scorciatoie possibili – prosegue Saverio Romano -. Siamo un partito nazionale e come tale rivendichiamo il nostro ruolo politico, al resto non siamo interessati. Se il sindaco Lagalla dovesse essere di diverso avviso e, con lui, gli altri partiti della coalizione sarebbe grave e avrebbe conseguenze politiche a partire dalle prossime regionali“. Opinione chiaramente condivisa sia da Alleanza per Palermo, area che fa capo a Totò Lentini, che dall’UdC, che punta per un assessorato in favore di Elio Ficarra.

Gli eletti nel centrodestra a Sala delle Lapidi

Utile ricordare la composizione del Consiglio comunale in base ai dati confermati. Sul fronte delle liste, la coalizione di centrodestra si è attestata attorno ad un 54% complessivo, ottenendo così 24 seggi. Nella futura composizione di Sala delle Lapidi, capofila sarà Forza Italia. La lista di Silvio Berlusconi a Palermo ha totalizzato una percentuale dell’11%, conquistando così sette seggi. Compagine nella quale vengono riconfermati Ottavio Zacco (primo degli eletti, 3364 voti), Gianluca Inzerillo (2551), Caterina Meli (3175) e Giulio Tantillo (2276). A seguire Leopoldo Piampiano (1038) e Natale Puma (1142). L’ultimo seggio se lo è aggiudicato Pasquale Terrani (734), che ha prevalso di poco su Rosi Pennino, distanziata di soli 21 voti.

Fratelli d’Italia: Ferrara la spunta in volata

Seconda lista del centrodestra è Fratelli d’Italia, che ha raggiunto il 10,1%. Al partito di Giorgia Meloni andranno sei seggi. Riconfermato Francesco Scarpinato (2594). Seguono l’eurodeputato Giuseppe Milazzo (2013), Antonio Rini, fratello dell’uscente Ilenia Rini (1735), Germana Canzoneri (1431), Tiziana D’Alessandro (1359) e l’uscente Fabrizio Ferrara (1335) che siederà a Palazzo delle Aquile per la terza volta. Prima dei non eletti Teresa Leto, distanziata di oltre 150 preferenze. Per la giovane candidata, rimane da capire cosa farà Giuseppe Milazzo. L’europarlamentare dovrà decidere se rinunciare al ruolo di consigliere comunale o rimanere in carica a Palazzo delle Aquile, lasciando l’indennità. Ciò in virtù della carica ricoperto al momento a Bruxelles. Per il momento, può solo rimanere alla finestra per capire come si svilupperanno gli eventi.

Lavoriamo per Palermo, rimonta di Abbate nel finale

Cinque seggi conquistati invece da Lavoriamo per Palermo, lista civica di Roberto Lagalla che comprende anche donne e uomini di Davide Faraone e gli uscenti di Italia Viva. Toccherà proprio al coordinatore regionale trovare una sintesi. Quel che è certo è che il senatore avrà a disposizione una folta squadra di consiglieri comunali. A guidare la compagine sarà il capogruppo uscente di Italia Viva Dario Chinnici (1909), seguito da Giuseppe Mancuso (1183), Giovanna Rappa (923), Salvatore Allotta (828) e Antonino Abbate (811).

Anello eletto in Prima l’Italia, Raja terza eletta per la DC Nuova

Tre seggi a testa invece per Prima l’Italia con l’uscente Sabrina Figuccia in testa alla preferenze (1838), seguita da Marianna Caronia (1764) e da Alessandro Anello (1040), che ha distaccato nel finale Salvatore Di Maggio. Fuori dai giochi il capogruppo uscente Igor Gelarda anche se, per l’esponente del Carroccio, potrebbero esserci altri ruoli in vista.

Tre seggi anche per la  DC Nuova di Totò Cuffaro. L’ex presidente della Regione riesce nell’impresa di riportare il simbolo democristiano all’interno di Sala delle Lapidi. Compagine che sarà capitanata, nel prossimo Consiglio Comunale, da Salvatore Imperiale (1353), seguito da Domenico Bonanno (1086) e da Viviana Raja (989), che soffia di poco il posto a Giuseppe La Vardera. Fuori dai giochi Alleanza per Palermo, UdC, Noi con l’Italia e Moderati per Lagalla.

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