“Il centrodestra decida subito il nome del suo candidato alla presidenza della Regione Siciliana. Lo si scelga a Palermo e non a Roma, e soprattutto si abbandoni l’idea di un Musumeci Bis, perchè il governatore uscente, come un Maradona che non passando la palla ai compagni perde le partite, negli ultimi giorni non è mai riuscito a fare squadra con la sua maggioranza”. Lo dice a Italpress, il presidente dell’Ars e coordinatore di Forza Italiain Sicilia Gianfranco Miccichè che torna parlare dopo il silenzio degli ultimi giorni. “Mi sono reso conto – giustifica così il suo silenzio – che ogni mia parola poteva essere strumentalizzata e poteva mettere in difficoltà o creare problemi anche ad altri, come ad esempio i nostri leali alleati della Lega”.

L’urgenza di trovare una soluzione

Miccichè ha innanzitutto sottolineato l’urgenza di trovare una soluzione con Fdi, visto che le scadenze elettorali (domenica scadono i termini per presentare le liste) bussano alla porta. “Questo atteggiamento di Fratelli d’Italia, che si oppone a prescindere ai nomi che stiamo proponendo per la guida della Regione, quasi come ripicca al fatto che ci siamo opposti a una conferma di Musumeci, non va bene. E’ necessario sedersi ad un tavolo, discutere serenamente senza nessun aut aut, ma occorre farlo subito, anche oggi pomeriggio”.

L’appello alla leader di FdI

Micchè lancia dunque un appello a Giorgia Meloni affinché la decisione sulla presidenza siciliana, siamo prese a Palermo e non a Roma. “Faccio un appello a Giorgia Meloni, che non conosco personalmente, ma di cui ho grande stima, a non farsi coinvolgere in sterili polemiche montate da altri, affinchè si arrivi ad una soluzione senza veti di ogni tipo. Se la posizione di Fratelli d’Italia è quella di rifiutare ogni nome proposto da Forza Italia per poi tornare a quello di Musumeci, ce lo dicano apertamente. Ma io sono convinto che alla fine prevarrà buonsenso e amicizia”. “La questione della presidenza della Regione deve essere definita in Sicilia, non a Roma. Non intendo alzare i toni, non ne abbiamo il tempo e poi anche perchè con gli esponenti siciliani di Fratelli d’Italia andiamo daccordissimo e ci sono rapporti leali. Basta pensare a quanto è successo nella composizione della giunta di Palermo città, quando ci siamo accordati serenamente”.

“Forza Italia e Lega insieme sono forti”

“In Sicilia il centrodestra ha una grandissima possibilità, credo che riusciremo a trovare una soluzione, ma se alla fine Fratelli d’Italia dovesse scegliere la rottura e decidere di correre da sola, la mia sensazione è che Forza Italia e la Lega possano giocarsela con loro e il Pd. Nessuno vuole andare alle urne diviso, ma se dovesse accadere, noi siamo pronti” chiosa Miccichè.

Le trattative sulla Prestigiacomo

“Fratelli d’Italia ha detto di no alla Prestigiacomo chiedendoci di fare altri nomi. Ma sono convinto che a loro non andrebbe bene nemmeno quello di Miccichè o di qualsiasi altro esponente di Forza Italia, perchè l’obiettivo è quello di tornare a Musumeci – aggiunge -. Sono fisicamente stremato, estenuato come non mai da tutta questa vicenda. Fermiamoci, smettiamola di parlare attraverso i giornali e i comunicati stampa e ragioniamo quattr’occhi se no non si va da nessuna parte”.

Il secco “no” a un Musumeci Bis

È deciso il no alla ricandidatura di Musumeci da parte del leader azzurro siciliano. “Se Ignazio La Russa mi ha detto, a proposito del presidente Musumeci, ‘vedrai che cambierà’, significa ammettere che qualcosa non è andato per il verso giusto in questi cinque anni di giunta. Io non me la sento di fare altre cinque anni di legislatura regionale con lui. Lo dico nella consapevolezza che dovrò perdere la poltrona su cui siedo”. “In questi cinque anni non sono riuscito ad avere un rapporto con Musumeci – ha aggiunto -. Non tanto dal punto di vista personale, quanto da quello politico e istituzionale: fin dal primo giorno ha sempre rifiutato un confronto con le forze di maggioranza. Non c’è mai stato un confronto, un atteggiamento di condivisione con i partiti”. E per spiegare la scarsa attitudine a collaborare con gli alleati di Musumeci, Miccichè utilizza una metafora calcistica: “Uno può anche avere un fuoriclasse in squadra, un Maradona, ma se poi questo non passa mai la palla, la squadra perde. E noi non ce lo possiamo permettere”.