Sarà Renato Schifani il candidato del centrodestra siciliano alla Presidenza della regione. Manca ancora l’ultimo tassello, quello dell’ufficialità (o forse anche qualche passaggio in più) ma il nome è di tale peso all’interno della coalizione che difficilmente potrà viversi un altro colpo di scena. Alla fine è questo il nome che può mettere d’accordo i partiti e dar vita a una corsa unitaria del centrodestra anche se i mal di pancia velati ci sono, soprattutto in una precisa area di Forza Italia.

Fratelli d’Italia dice sì ad una rosa di nomi proposta da Berlusconi

la svolta è venuta dal sì di Fratelli d’Italia “Ho parlato con Meloni che, nell’impossibilità di far convergere tutta la coalizione sul Presidente uscente Musumeci, ha accolto la proposta di Silvio Berlusconi di individuare un nome tra la rosa che il Presidente stesso gli ha proposto. Il nome individuato da noi, tra i nomi fatti, è Renato Schifani” ha annunciato Ignazio La Russa, plenipotenziario della Meloni per le candidature in Sicilia.

“In qualità di ex Presidente del Senato, ha mostrato nel suo ruolo istituzionale essere al di sopra dei partiti. Meloni ha comunicato a Salvini questa preferenza. Ancora una volta FdI fa il massimo sforzo per unità del centrodestra anche a scapito delle legittime aspirazioni”.

Scelto fra una rosa di nomi

La rosa di nomi offerta a Fratelli d’Italia e proveniente dalla Sicilia dopo lo stop imposto a Stefania Prestigiacomo in realtà puntava ad ottenere un via libera diverso. Nella lista c’erano tre nomi: quello di Gianfranco Miccichè personalmente, ed era chiaro che Fratelli d’Italia non lo avrebbe preso in considerazione visto lo scontro frontale su Musumeci; quello di Renato Schifani, messo lì nella testa dei siciliani per dare peso alla rosa e, infine, quello su cui si puntava davvero, Daniela Faraoni, manager dell’Asp 6 di Palermo, gradita tanto a Gianfranco Miccichè che a una precisa area della Lega.

Lo ‘sgambetto’ fatto volontariamente a Miccichè

In casa Fratelli d’Italia, però, si è scelto con la logica della ‘punizione’. Schifani è una personalità sulla quale nessuno potrà obiettare ma se il candidato sarà veramente lui per Miccichè sarà una vittoria di Pirro. Avrà ottenuto il no a Musumeci e la candidatura di un azzurro ma certamente non di una donna (o di un uomo) che si possa considerare ‘suo’. Al tempo stesso tramonta qualsiasi possibilità di una presidenza dell’Ars. Lo scranno più alto di Sala d’Ercole, in questa formazione, toccherà a Fratelli d’Italia. Insomma per Miccichè non c’è più posto. Almeno non in bella evidenza.

Pioggia di consensi ma clima resta avvelenato

E su Renato Schifani, che pure ancora non si è pronunciato, è subito partita la pioggia di consensi. Il primo in ordine di tempo è stato Saverio romano che su Twitter ha espresso“Grande apprezzamento per la persona e per il politico. Uomo equilibrato e con grande senso delle istituzioni ed esperienza oltre che amico da sempre”.

A seguire il sindaco Roberto Lagalla, l’assessore regionale Toto Cordaro a nome dell’Udc, gli ex presidenti della regione Totò Cuffaro commissario della Dc Nuova e Raffaele Lombardo fondatore del Movimento per l’Autonomia che è l’unico, però, a sottolineare come sia preoccupante il clima in cui è maturata questa scelta “Un clima caratterizzato da incomprensioni e diffidenze.  Ho avvisato poche ore fa che il Centro Destra stava giocando con il fuoco.  Darei seguito all’invito rivolto stamattina da Gianfranco Miccichè: un incontro preliminare tra lui e Fratelli D’Italia e poi con tutti gli altri, che ponga fine alla conflittualità degli ultimi mesi e avvii una fase nuova all’insegna della leale collaborazione

 

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