Gli agenti di polizia hanno tratto in arresto il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, con l’accusa di concussione. Si tratta di un’inchiesta, coordinata dai magistrati della Procura di Siracusa, e riguarderebbe una serie di condotte poste in essere dal capo dell’amministrazione del Comune della zona industriale. Il provvedimento è stato eseguito dalla polizia, Gianni si trova ai domiciliari.

Appalti sotto i riflettori

Sotto la lente di ingrandimento dei magistrati della Procura di Siracusa ci sarebbero alcuni appalti e sarebbero emerse “una serie di concussioni” fanno sapere dal palazzo di giustizia di Siracusa.

Chi è Pippo Gianni

Pippo Gianni è sindaco di Priolo dal 2018 ma ricoprì, per la prima volta, questo incarico nel 1984 sotto le insegne della Democrazia cristiana per restarvi fino al 1991. E’ stato anche deputato nazionale e regionale.

Le vicissitudini giudiziarie

Non è la prima volta che Gianni finisce in un’inchiesta giudiziaria: fu arrestato per la prima volta nel 1980, coinvolto in un’inchiesta per un traffico di droga ma venne assolto. Inoltre, venne coinvolto in un altro procedimento della Procura su una presunta concussione ai danni di un imprenditore ma dopo la sentenza di assoluzione, Gianni ottenne un risarcimento per ingiusta detenzione, donando quel denaro in beneficienza, come lui stesso annunciò nel corso di una conferenza stampa nella sua segreteria politica a Siracusa.

Il contenzioso con Gennuso

Nel 2020 Pippo Gianni vinse al Cga la battaglia contro Pippo Gennuso per il seggio della tornata elettorale del 2012, quest’ultima finita al centro di un’inchiesta culminata con il patteggiamento a due anni e mezzo di reclusione dell’ presidente del Consiglio di Giustizia amministrativa, Raffaele De Lipsis, che, dietro il pagamento di una tangente, dispose un mini tornata elettorale nell’ottobre del 2014, in 9 sezioni tra Pachino e Rosolini, al termine della quale Gennuso soffiò il seggio a Gianni. Il Cga, accogliendo il ricorso di Gianni, dichiarò nulla l’elezione di Gennuso, che patteggiò per traffico di influenze, disponendo il seggio all’Ars per Pippo Gianni, a cui, però, non vennero riconosciute le indennità relative al periodo nel quale non ha potuto esercitare il mandato.

 

 

 

 

 

 

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