Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia, per la prima volta dall’invasione russa, ha confermato che Minsk sta prendendo parte alla guerra in Ucraina, curando i soldati russi feriti e fornendo cibo e riparo ai rifugiati ucraini.

Lukashenko, nello specifico, durante una riunione sulla sicurezza militare, ha affermato: “Per quanto riguarda la nostra partecipazione all’operazione militare speciale in Ucraina (chiamandola, quindi, allo stesso modo dell’alleato Vladimir Putin, n.d.r.), confermo che stiamo partecipando. Non lo nascondiamo. Ma non uccidiamo nessuno. Non mandiamo i nostri militari da nessuna parte. Non violiamo i nostri obblighi”.

“La nostra partecipazione – ha spiegato Lukashenko – è prevenire la diffusione di questo conflitto nel territorio della Bielorussia, in primo luogo. In secondo luogo, impedire un attacco alla Bielorussia con il pretesto di un’operazione militare speciale da parte di Polonia, Lituania e Lettonia“.

E ancora: “Soccorriamo e diamo da mangiare alle persone se necessario. E non solo ai russi. Aiutiamo i rifugiati e i poveri che vengono da noi dall’Ucraina, 400-500 persone al giorno. Questa è la nostra partecipazione a questa operazione militare. Non c’è nessun’altra partecipazione, e non ci sarà”.

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, commentando le parole di Lukashenko, ha affermato che la Bielorussia, nelle operazioni in Ucraina, è alleata di Mosca: “È il nostro partner, con cui abbiamo lo Stato dell’Unione. Naturalmente, nell’ambito di questo Stato dell’Unione, e nell’ambito delle relazioni di alleanza, c’è un’interazione molto stretta”.

Infine, sul fronte ucraino, il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto che rifiuta qualsiasi negoziato con il presidente russo Putin. Zelensky ha ratificato la decisione del Consiglio di sicurezza e Difesa nazionale del 30 settembre in cui si afferma l’impossibilità di negoziare con Putin e la necessità di rafforzare la capacità di difesa dell’Ucraina.

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