Ennesima giornata di sangue e violenza in un carcere della Sicilia, segnatamente nell’Istituto penale per minorenni di Palermo dove un poliziotto è stato aggredito e ferito da un detenuto.

Le dichiarazioni del sindacato

Spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “E’ successo che un nostro poliziotto è stato aggredito da un detenuto, dopo avergli bloccato entrambe le mani, lo ha pure percorso. Un elogio ai colleghi che lavorano nell’istituto di Palermo e in particolare a colui che è stato vittima di questo episodio, per il quale è poi dovuto ricorrere alle cure dei sanitari.

E’ l’ennesima aggressione da parte di detenuti presenti nelle strutture per minorenni nei confronti degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, ancora una volta sottovalutata dall’Amministrazione della Giustizia Minorile che riserva scarsa attenzione alla difficile gestione di detenuti all’interno delle strutture penitenziarie per minorenni (dove possono essere presenti adulti fino a 25 anni!)”.

Il Sappe

Dura la presa di posizione del SAPPE: “Se gli attuali vertici ministeriali, dipartimentali e regionali non pongono tra le priorità d’intervento la garanzia dell’incolumità fisica dei poliziotti penitenziari, sentiranno presto e ancora una volta la nostra voce d’ira e di protesta nelle piazze!

Sono ancora in tempo di fare qualcosa prima che lascino l’incarico. Le carceri sono in mano ai delinquenti e l’Amministrazione Penitenziaria ha affidato e le politiche penitenziari ai Garanti dei detenuti, facendo venire meno la sicurezza delle strutture. E’ una vergogna! Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni, dalla politica e soprattutto da Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”.

La morte di Paolo Cugno

Trovato morto in cella, a Palermo, Paolo Cugno, il giovane di Canicattini Bagni accusato di avere ucciso la fidanzata 20enne, Laura Petralito. Lo scorso 22 settembre, sono stati confermati i 30 anni di reclusione per Cugno, già condannato in primo grado con il rito abbreviato per l’omicidio avvenuto nel 2017. L’indagato, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, al culmine di una lite con la compagna, avrebbe inflitto numerose coltellate sul corpo della donna, e poi gettato il cadavere in un pozzo in un appezzamento di terreno, a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa. Il giovane era stato fermato dai militari alcune ore dopo il delitto e aveva confessato. La difesa ha sempre sostenuto l’incapacità di intendere e di volere.

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