Il commissario covid19 rimette mano all’assetto degli uffici delle Usca nel Palermitano e scoppia la polemica con i sindacati. Secondo la Cisl i lavoratori spostati da una città all’altra con modalità alquanto singolari: “Avvertiti la sera prima con messaggi su whatsapp”.

“Il gioco dell’oca”

“Siamo di fronte – commenta il segretario aziendale della Cisl Fp Palermo Trapani all’Asp di Palermo, Gaetano Mazzola – all’ennesimo atto di una partita al gioco dell’oca, nella quale il commissario straordinario all’emergenza Covid, Renato Costa, sposta i lavoratori come pedine, secondo logiche e motivazioni chiare soltanto a lui. Non si comprende quale sarà il punto d’arrivo di queste scelte, di chiaro c’è unicamente che non si migliorerà il servizio reso agli utenti”.

Le direttive via whatsapp

“Domenica sera a tutto il personale in servizio all’hub vaccinale della Fiera di Palermo – rivela Mazzola – è stato inviato con un semplice messaggio su Whatsapp un documento privo di numero di protocollo, con cui si comunicavano le nuove sedi di lavoro, nelle quali avrebbero dovuto prendere servizio dalle 8 dell’indomani”. Il sindacalista oltre a stigmatizzare forma e sostanza di questa scelta che ritiene “arbitraria e incongrua”, sottolinea come sia di senso opposto rispetto a quanto prevede la circolare emanata dall’assessorato regionale alla Salute che trasforma le Usca in Uca.

Confusione

“Il risultato di questa decisione unilaterale, comunicata in un modo surreale – aggiunge Mazzola – è che oggi le Uca sono dislocate a casaccio sul territorio. Importanti centri come Bagheria, Partinico, Corleone, Carini, Petralia, Misilmeri e Cefalù ne sono sprovvisti e il personale per raggiungerli deve percorrere parecchi chilometri a discapito di un adeguato e completo servizio ai cittadini”. La Cisl Fp chiede che questa disposizione del commissario straordinario Renato Costa venga revocata e che si provveda sin da subito a sostituire il numero delle Uca e la loro allocazione con le già esistenti Usca. “Al centro deve esserci il bene comune – conclude Mazzola -, basta con questi esperimenti personalistici e velleitari”.

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