E’ iniziato il processo in Corte D’Assise per l’omicidio e l’occultamento del cadavere, mai ritrovato, di Carlo La Duca, sparito da Cerda il 31 gennaio del 2019.

Sul banco degli imputati la moglie, Luana Cammalleri, e il suo amante, nonché miglior amico della vittima, Pietro Ferrara, arrestati il 18 marzo scorso.

Il giudice Sergio Gulotta ha ammesso le parti civili che si sono costituite, la mamma e i figli di Carlo La Duca assistiti dall’avvocato Salvatore Pirrone, la compagna di La Duca, Cettina Mazzola, assistita dall’avvocato Chiara Arpaia e il fratello Giuseppe La Duca assistito dall’avvocato Fabio Trombetta. Infine si è costituita parte civile anche l’associazione Penelope che tutela i diritti delle persone scomparse. Il presidente dell’associazione è Nicodemo Gentile.

Le indagini sull’omicidio sono state coordinate dai sostituti Alfredo Gagliardi e Luisa Vittoria Campanile. Gli imputati, difesi dagli avvocati Giovanni Marchese e Accursio Gagliano, hanno sempre respinto le accuse.

L’ultima persona a vedere La Duca

L’ultima persona a vedere vivo La Duca fu proprio Ferrara mentre la moglie, secondo gli inquirenti, lo avrebbe seguito con la sua macchina fino in via Minutilla, a Cardillo, dove poi era stata ritrovata – completamente ripulita – quella della vittima.

Subito dopo la sparizione di La Duca i carabinieri avevano iniziato ad intercettare gli imputati, scoprendo non solo che erano amanti, ma che si sarebbero messi d’accordo sulle dichiarazioni da fare ai pm ma anche nei programmi televisivi.

Gli amanti si sarebbero messi d’accordo

I due si sarebbero messi d’accordo sulla versione della vicenda da esporre ai pm, ma anche nelle dirette televisive dove si mostrarono sempre affranti e addolorati per la perdita di Carlo. Inoltre, entrambi confessarono all’altro di aver sognato un ritorno di Carlo La Duca, circostanza che per i pm dimostrava che entrambi erano al corrente del fatto che non sarebbe più potuto tornare.

Tuttavia, in questa vicenda sono sempre rimasti due grossi interrogativi, il primo riguarda il movente. Non poteva trattarsi di un reato passionale, perché Carlo e Luana in quel momento stavano firmando le pratiche per il divorzio, quindi all’amore segreto tra i due amanti non ci sarebbero più stati ostacoli.

L’assenza di movente

Potrebbe, sempre per i pm, trattarsi di ragioni legate all’eredità dell’azienda di Carlo, ma spetterà al processo ricostruire le ragioni del reato. Il secondo dubbio, però, è ancora più importante, ovvero la collocazione del corpo di Carlo La Duca, attualmente sconosciuta e che la madre, Concetta, spera di poter conoscere per piangere in pace il figlio.

L’ultimo viaggio il 31 gennaio del 2019

La Duca partì da Cerda andando incontro alla morte. La mattina del 31 gennaio 2019 era uscito dalla sua abitazione alle 8:07 per recarsi a Cinisi dove ad attenderlo c’era la nuova compagna con cui doveva trascorrere il fine settimana.

Era prevista una tappa intermedia in campagna da Ferrara a Ciaculli. Il tragitto della sua Volkswagen Golf è stato monitorato grazie al Gps fino in via Salvatore Minutilla, a Cardillo, dove è stata trovata la macchina. Ferrara, dunque, è stata l’ultima persona ad avere incontrato La Duca.

Luana Cammalleri all’inizio disse di non essersi recata a Palermo il 31 gennaio, ma di essere rimasta a Termini Imerese. Poi ammise di avere seguito il marito. Non poteva smentire il fatto che il suo telefonino ha agganciato la cella di via Conceria e viale Regione Siciliana a Palermo per poi spostarsi verso Villabate e fare ritorno a Termini Imerese. Alle 16:17 il suo telefono e quello di Ferrara erano collegati alle celle di via Ciaculli.

Non è tutto perché una Fiat Punto, come quella usata dalla donna, è stata immortalata mentre seguiva l’autovettura di La Duca durante il tragitto verso Cardillo. Cammalleri, ed è un elemento finora inedito, ha confermato di avere seguito il marito. Voleva sapere chi stesse frequentando, per garantire i propri interessi economici in vista della separazione.

L’investigatore privato

All’inizio si era affidata ad un investigatore privato, poi ha deciso di pedinarlo da sola. Ai carabinieri ha detto che quella mattina in via Minutella vide il marito scendere dalla macchina. C’erano altre persone ad attenderlo.

Perché non lo ha detto subito nel primo interrogatorio? Perché quando ha saputo che La Duca era scomparso ha avuto paura. Ha temuto che quelle persone, che non conosceva, l’avessero vista e volessero farle del male. Per i pm è solo l’ultima bugia. Il processo stabilirà la verità giudiziaria.

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