E’ stato identificato l’uomo che nel luglio scorso avrebbe pestato a sangue una donna straniera la cui unica colpa era quella di non volere spacciare droga. Il diniego le è costato una pesantissima aggressione. A finire in manette il catanese Sebastiano Sicali, pesanti le accuse nei suoi confronti.

I riscontri della Procura

E’ stata la Procura distrettuale di Catania ad aver delegato alla polizia di Stato l’esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari. Sicali, catanese, con precedenti di polizia per stupefacenti e reati contro il patrimonio e già destinatario di un ordine di esecuzione per carcerazione emesso dal magistrato di sorveglianza di Messina. E’ gravemente indiziato dei reati aggravati di lesioni personali gravi e violenza sessuale, in concorso con un’altra persona non ancora identificata ed una minorenne.

La segnalazione dell’aggressione

Il provvedimento restrittivo è stato emesso a conclusione di indagini, svolte dalla sezione reati della squadra mobile, avviate lo scorso 12 luglio a seguito di una segnalazione giunta alla sala operativa della questura etnea. Ad averla fatta una donna straniera, di nazionalità ucraina, vittima di un’aggressione, all’interno di una struttura ricettiva nel centro cittadino. Sul posto i sanitari prestavano le prime cure alla donna con segni evidenti di percosse e molteplici ferite lacero contuse sul viso ed in altre parti del corpo. Fu trasportata poi in ospedale.

Il referto

Gravi le lesioni riportate, come scritto sul referto dei medici che hanno avuto in cura la donna: “Policontusione con trauma craniofacciale, contusione addominale, dorsale e agli arti inferiori, frattura del pavimento dell’orbita di sinistra con modesta erniazione di tessuto adiposo nel seno mascellare, nel torace ampia falda di pnx anteriore destro dello spessore a-p max di circa 5, 5 cm, che determina ipoespansione polmonare prevalentemente a livello delle regioni medio-inferiori e che risale sino all’apice polmonare”.

I riscontri investigativi

Sul luogo dell’aggressione interveniva personale della locale squadra mobile e del gabinetto regionale di polizia scientifica per i rilievi. Ad essere repertati e sequestrati, tra l’altro, ciocche di capelli extension, nonché varie macchie di sangue rinvenute in diverse varie parti della stanza dove sarebbe avvenuta l’aggressione. Sicali, secondo la ricostruzione degli agenti, avrebbe aggredito la vittima perché aveva rifiuto di spacciare stupefacenti. E’ anche accusato di false attestazioni di generalità, resistenza, oltraggio, violenza e minacce a pubblico ufficiale. Infatti al momento dell’identificazione da parte degli agenti ha fornito dichiarazioni mendaci sulla sua identità per sfuggire alla cattura.

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