L’amministratore giudiziario dell’Ias, il depuratore di Priolo sotto sequestro per disastro ambientale, ha chiesto all’assessorato regionale al Territorio ed ambiente “la sospensione dei termini di attuazione delle prescrizioni imposte con l’Aia rilasciata ad Ias sino alla definizione dell’incidente probatorio”.

L’incidente probatorio

Una sollecitazione scaturita dalla considerazione che, nei prossimi giorni, sarà eseguito un incidente probatorio nell’impianto, che tratta i reflui civili di Priolo e Melilli ed i fanghi delle imprese del Petrolchimico, al termine del quale se i tecnici  dovessero appurare l’impossibilità tecnica del depuratore a funzionare nel rispetto delle norme ambientali, sarà disposta “la definitiva interruzione dei reflui”.

Che cosa è l’Aia

L’Aia è l’autorizzazione integrata ambientale ed è stata rilasciata dal Governo regionale sotto la guida del presidente Musumeci nel luglio scorso, meno di un mese dopo il sequestro dell’impianto disposto dal Tribunale di Siracusa.

Si tratta di un provvedimento, peraltro atteso da circa 7 anni, che prevede degli adeguamenti al fine di rendere la struttura, di proprietà della Regione, in linea con le norme sull’ambiente che, secondo la Procura di Siracusa, sono state violate.

Congelare gli investimenti nell’impianto

Naturalmente, questo comporta un investimento pubblico di notevole portata, intorno ai 20 milioni di euro, che, secondo l’amministratore giudiziario di Ias rischiano di essere dispersi. In poche parole, la tesi dell’attuale responsabile dell’impianto é: congelare ogni investimento nell’impianto in attesa dell’incidente probatorio, per cui il primo passo da compiere è la sospensione in via temporanea dell’Aia.

La lettera dell’amministratore dell’Ias

Nella lettera, inviata all’Assessorato regionale al Territorio ed Ambiente, l’amministratore Antonio Mariolo, sostiene che “le prescrizioni imposte con l’Aia e speficatamente quelle che impongono la realizzazione di nuovi impianti, diverranno superflue laddove verrà accertata – si legge nella lettera inviata alla Regione – la fondatezza dei rilievi dell’Autorità giudiziaria e confermato che gli utenti che producono sversamenti al di fuori dei limiti che l’impianto di depurazione, così come esso è attualmente, può trattare, ed in particolare quelli provenienti dai cosiddetti “grandi utenti” (le imprese della zona industriale ndr) si dovranno, infine distaccare”

I rischi per la Regione del commissario

Secondo la tesi dell’amministratore giudiziario dell’Ias, il rischio per la Regione di bruciare soldi pubblici in un impianto che rischia di essere chiuso nell’arco di poche settimane è elevato, per cui suggerisce al Governo dell’isola di fermare i motori, almeno temporaneamente.

“Possibile danno alla collettività”

“Alla luce delle determinazioni assunte – si legge nella lettera inviata alla Regione dal commissario dell’Ias – dall’Autorità giudiziaria, prima con il provvedimento di sequestro e poi con la richiesta di incidente probatorio, impegnare una società pubblica alla realizzazione di interventi, di ingente entità economica e tecnica (la previsione economica degli interventi imposti dall’Aia è di circa 20 milioni di euro) che si rivelerebbero totalmente superflui all’esito del procedimento penale e degli accertamenti tecnici che in quell’ambito si stanno effettuando, potrebbe determinare un danno a carico della collettività, oltre che rappresenterebbe una violazione dei principi di efficienza e di economicità dell’azione amministrativa, che vanno riferiti pure alle attività delle società a totale o maggioritaria partecipazione pubblica come è l’Ias”.

 

 

 

 

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