Le stime delle morti sul lavoro in Italia mettono i brividi. Nei primi nove mesi dell’anno si sono registrati 909 incidenti mortali. Ma il numero di infortuni registrati ha sfondato il tetto di 25 mila. A Talk Sicilia, Carlo Biasco, direttore Inail in Sicilia, spiega cosa si stia facendo per cambiare rotta. Primo obiettivo è introdurre una cultura della prevenzione.

Un bando per la cultura della prevenzione

“E’ uscito un bando che a livello nazionale ha stanziato circa 14 milioni di euro, di cui quasi un milione è destinato alla Sicilia (sesta regione come importo assegnato), per progetti di formazione, per formare i lavoratori, quindi i rappresentanti dei lavoratori della sicurezza, quelli territoriali di RSPP, quelli del servizio prevenzione e protezione, quelli degli stabilimenti”, ha spiegato Biasco.

Biasco, serve maggiore consapevolezza

“Oltre a quelle che sono le formazioni previste obbligatoriamente dal Testo unico della sicurezza -spiega Biasco – si devono fare dei percorsi formativi per innalzare il livello complessivo di consapevolezza e di sicurezza a maggior tutela dei lavoratori, donne e uomini che portano avanti il sistema Paese”.

I dati del 2022 ci parlano di circa 25.700 infortuni nei primi nove mesi 2022.” È un dato che per essere significativo va confrontato  con quello del 2019, l’ultimo anno senza pandemia – spiega Blasco – e sappiamo benissimo che stravolgimenti nei settori produttivi si sono avuti dal 2020 in poi. Nel 2019 gli infortuni nello stesso periodo erano 20.000″.

Aumento casi non deve spaventare ma bisogna intervenire

“L’aumento di 5000 infortuni non deve spaventare. Quel numero aggiuntivo sembra essere collegato ai casi covid, che prima del 2000 ovviamente non c’erano. Però è chiaro che anche se il numero fosse più basso di quello del 2019, non potremo cantar vittoria. Stiamo parlando di 20.000 casi, 20.000 casi sono molti di più degli infortuni mortali di cui stava parlando lei. Dobbiamo preoccuparci sicuramente di evitare gli infortuni mortali, ma anche di evitare gli altri 20.000. Quegli incidenti non possono essere un tributo necessario per i settori produttivi. Gli infortuni, devono essere diminuiti intervenendo a tenaglia, facendo capire agli imprenditori che la prevenzione è un investimento e non è un costo”.

Inail annuncia anche un intervento nelle scuole, per le prossime generazioni di lavoratori: “Alle nuove generazioni, quelle che si formano a scuola, dobbiamo insegnare che la prevenzione sul lavoro deve essere uno stile di vita e non un adempimento”.

La versione integrale della puntata di Talk Sicilia

 

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