Sarà esteso anche agli altri Comuni della provincia il protocollo contro la dispersione scolastica firmato a Siracusa nell’ex scuola di via Algeri, nella zona nord della città, trasformata in presidio dei carabinieri ed in uno spazio per i ragazzi del quartiere.

“Non privare i bimbi della conoscenza”

“Un clima davvero gioioso, a voler sottolineare che l’obiettivo principale del Protocollo, che sarà via via esteso anche agli altri comuni della provincia, è quello di non privare alcun bambino della conoscenza necessaria a sviluppare le proprie abilità” ha spiegato il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, firmataria del documento insieme al sindaco, ai vertici del Tribunale dei minori di Catania, del Procuratore di Siracusa, dei responsabili dell’Ufficio scolastico e dell’Inps ed Associazione nazionale magistrati, oltre alle forze dell’ordine.

All’iniziativa hanno preso parte gli studenti degli istituti “Chindemi” e “Karol Wojtyla” di Siracusa e “Maiore” di Noto “che hanno riaffermato il loro diritto a crescere in un mondo che sappia essere all’altezza dei loro sogni e che sappia offrire loro le opportunità per poterli realizzare” ha aggiunto il prefetto.

I dati sulla dispersione

La percentuale di dispersione scolastica in Sicilia è del 21 per cento, secondo quanto emerge nel rapporto pubblicato da Save the Children nel settembre scorso ed attorno a questo numero si attesta anche la provincia di Siracusa, in linea, in sostanza, con la media regionale.

Gli strumenti per ridurre il fenomeno

Tra gli strumenti per ridurre la dispersione scolastica a Siracusa c’è, come previsto nel protocollo, la revoca o la sospensione del reddito di cittadinanza per i genitori, percettori del sussidio, che non portano i figli a scuola.

Il presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, Roberto Di Bella, ha sottolineato “la valenza strategica della tempestività con cui i Dirigenti Scolastici sono chiamati a segnalare i casi critici alle autorità giudiziarie, ordinaria e minorile”.

Ha, inoltre, ricordato “come l’esercizio dei diritti non possa prescindere dal rispetto dei corrispondenti obblighi, con la conseguenza che la possibile revoca del Reddito di Cittadinanza non costituisce una sanzione, ma la corretta declinazione delle virtù civiche .

 

 

 

 

 

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