I giudici del tribunale del riesame, presieduti da Simona Maida, hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Marcello Asciutto, funzionario dell’assessorato regionale all’Energia. Accolto il ricorso dell’avvocato Vincenzo Lo Re.

Ad Asciutto il Gip aveva imposto l’obbligo di dimora per corruzione. Secondo l’accusa, in cambio di una “spinta” alle pratiche dell’imprenditore agrigentino dei rifiuti, Sergio Vella. Quest’ultimo, in cambio, avrebbe fatto degli investimenti nelle società finanziarie del figlio di Asciutto. Per lui il Riesame sarà discusso la prossima settimana.

“La difesa ha dimostrato la remuneratività degli investimenti effettuati non soltanto da Vella – spiega Lo Re – ma anche da numerosi imprenditori piemontesi e lombardi che avevano investito più di Vella. Anche una collega d’ufficio di Asciutto aveva guadagnato più del 10%.

Non esiste alcun patto corruttivo tra Marcello Asciutto e Sergio Vella. E dunque non si trattava di tangenti dissimulate, connesse all’attività d’ufficio del funzionario. Peraltro quando la società era stata messa in liquidazione (per crearne una più grossa) gli investimenti erano stati restituiti a tutti i soci, compresi a Vella”.