Dopo gli attacchi di ieri a due aeroporti lontani dal confine con l’Ucraina, oggi ce n’è stato un altro con i droni su una base aerea nella regione russa di Kursk: è stato colpito un serbatoio di stoccaggio di petrolio. E, stando alle indiscrezioni che arrivano dal Cremlino, ora c’è chi teme che l’Ucraina possa colpire obiettivi anche nella capitale Mosca.

Non sono stati segnalati morti nell’attacco di oggi e l’incendio è stato “localizzato”, secondo quanto riportato da Roman Starovoyt, governatore della regione di Kursk, che confina con l’Ucraina. Ieri, invece, il ministero della Difesa di Mosca ha comunicato che gli attacchi alle due basi aeree di Ryazan e Saratov hanno provocato la morte di 3 militari, il ferimento di 4 e danneggiato due aerei.

Secondo una fonte ucraina, ripresa dal New York Times, i droni usati negli attacchi sono partiti dal suolo ucraino e almeno uno di essi è stato effettuato con l’assistenza di truppe speciali di stanza vicino alla base.

Il ministero della Difesa russo ha anche comunicato che i droni a bassa quota sono stati abbattuti, parlando di tentativi terroristici a lungo raggio di abbattere aerei. Ryazan, ad esempio, si trova ad appena 185 chilometri a sud – est di Mosca. Seratov, invece, è distante ben 600 chilometri dal confine ucraino. Da qui la preoccupazione russa che Kiev possa colpire anche la capitale.

In relazione a quanto successo il presidente russo Vladimir Putin ha convocato il Consiglio nazionale di sicurezza. Alla riunione hanno partecipato il primo ministro Mikhail Mishustin, gli speaker delle due camere del Parlamento, Valentina Matviyenko e Vyacheslav Volodin, il vice presidente del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev, il capo dell’Amministrazione presidenziale Anton Vaino, il segretario del Consiglio di sicurezza Nikolay Patrushev, il direttore dei Servizi federali di sicurezza Alexander Bortnikov, il direttore dell’Intelligence per l’estero Sergey Naryshkin e il rappresentante speciale russo per l’Ambiente, l’ecologia e i trasporti, Sergey Ivanov.

Si teme, come già successo ieri, che Mosca possa rispondere con un massiccio attacco missilistico su tutta l’Ucraina.

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