“Probabilmente c’è un modo solo per uscire dalla situazione di impasse che si registra oggi all’interno di Forza Italia, commissariare il partito in Sicilia. Io sono pronto a questa soluzione, ma l’importante è che si stabiliscano regole certe per il periodo commissariale. Insomma tutti dobbiamo poi seguire le indicazioni del commissario, ma la decisione spetta a Berlusconi”.

Ne è convinto Gianfranco Miccichè, attuale coordinatore di Forza Italia in Sicilia e protagonista principale di una delle due correnti interne al partito nell’isola che si stanno affrontando in maniera dura e anche in pubblico con scambi anche sopra le righe in pubblico.

Un pacato Miccichè a Casa Minutella

Un Gianfranco Miccichè pacato in modo inconsueto come lo si vede ormai da qualche settimana, ha espresso la sua posizione durante Casa Minutella solo sul 14 in onda oggi su Video Regione. E’ stata l’occasione per rispondere a numerose domande poste dai giornalisti del Giornale di Sicilia e di BlogSicilia.

“Noi siamo nella maggioranza e non andremo via anche se provano a cacciarci” ha detto Miccichè rispondendo alle domande sulla spaccatura che ha portato alla nascita di due diversi gruppi di Forza Italia nel Parlamento regionale, uno a cui aderisce lui ed un secondo a cui aderisce il, Presidente Schifani.

“Loro avevano convocato il gruppo senza nemmeno invitarci e non si sa sulla base di quale norma” continua anche se dalla parte opposta della barricata si nega questa affermazione sostenendo che  Miccichè ed i suoi erano stati invitati e ci sarebbero gli screen shot a dimostrarlo nell’era delle convocazioni digitali.

Miccichè torna a smentire trattative con Renzi “Io non lascerò mai il partito. Sono pronto a lasciarne la guida, ma voglio capire cosa è successo. La sera prima era tutto a posto, l’indomani scopro che non ci hanno dato niente. Io ho sempre cercato la pace – continua – e mi sarei accontentato anche di un segretario di commissione ma niente, neanche quello. probabilmente sto pagando l’aver pubblicamente detto che il candidato non poteva essere Musumeci ma non ero l’unico a pensarlo. Non lo voleva quasi nessuno e molti di quelli che non lo volevano ora siedono al governo”.

Gli ‘stracci’ volati in pubblico con Falcone alla Festa Tricolore

“Guardate io volevo andarmene. Gli ho detto stronzo, ma glielo avevo già detto in aula. In quella occasione era quasi una battuta. Gli ho detto ‘anche se è stronzo è più bravo di quelli che c’erano prima’. Ora se si è offeso ritiro che è più bravo. Francamente mi vergogno dello spettacolo che abbiamo dato. Mi dispiace anche per il Presidente Galvagno che è degna persona”.

Il video di Razza sulle nomine

“Francamente non capisco perché Razza abbia sentito l’esigenza di intervenire. Quando parlavo del governo Musumeci e delle nomine non mi riferivo a lui. Certo fra i motivi per cui non mi trovavo bene con quel governo ci sono anche le nomine in sanità ma queste come tutte le altre. io non ne conoscono uno di questi nominati. La Faraoni l’ho conosciuta dopo, ho visto che ha fatto bene e l’ho perfino consigliata a Schifani anche se qualcuno mi ha detto che sono pazzo perché è vicina ad altri”

L’agibilità politica

Così non si può andare avanti e il governo rischia “No questo governo durerà cinque anni, non ho dubbi. Deve solo smetterla di dire che è in continuità con Musumeci. E’ un’altra cosa. Schifani è mille volte meglio di Musumeci e già lo si è visto anche nella vicenda Lukoil solo per fare un esempio”

“Noi voteremo in aula con la maggioranza a partire da questa manovra. Non faremo tranelli. Certo a meno che non sia una manovra invotabile. Ma non abbiamo nessuna intenzione di andare all’opposizione. Altri vogliono spingerci in quella direzione ma non ci caschiamo”

La via d’uscita

Una exit strategy sarebbe optare per l’elezione a Roma, tanto per Miccichè quanto per Tommaso Calderone “Io no n lascio al loro destino persone che ci hanno creduto, che hanno rischiato con me. Io ho vinto le elezioni e ora voglio festeggiare non stare all’opposizione come se avessi perso”

Le strade per una soluzione

“Per il partito la strada è il commissariamento. Ma con regole certe e con una gestione super partes del partito. A meno che Berlusconi non decida che vuole far fuori Miccichè e lo può fare. Lo accetto. Ho avuto tanto dal Presidente che accetto se decide che devo farmi da parte. La pratica è sul suo tavolo. Ha autorizzato lui la nascita del secondo gruppo di Forza Italia, quello chiamato ‘Forza Italia all’Ars’ (quello a cui aderisce Schifani ndr). Inizialmente volevano chiamarlo Forza Italia per Schifani ma Berlusconi ha detto no. La pratica Sicilia è nelle sue mani”

“Per la maggioranza lo dico ufficialmente in pubblico, in televisione – dice poi Miccichè – io sono pronto a sedermi e discutere. Io voglio la pace, voglio che si esca da questa situazione. Sono pronto ad andare anche a Roma se serve ma si deve ridiscutere tutto. Insomma o rimpastano il governo o rimpastano Miccichè e io non mi faccio rimpastare. Però parliamo , discutiamo civilmente e una soluzione si troverà”

 

 

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