Ha minacciato e picchiato la madre, preso a calci e pugni il fratello disabile se non otteneva i soldi per acquistare la dose di crack.

Un incubo per una famiglia di Corso dei Mille a Palermo. Una delle tante famiglie lasciate da sole a gestire la tossicodipendenza di uno dei componenti del nucleo familiare.

Gli agenti del commissariato di Brancaccio più volte sono andati in casa del giovane per soccorrere i parenti aggrediti con frasi ingiuriose e percossi a tal punto da richiedere l’intervento dei sanitari del 118.

Il gup Nicola Aiello ha condannato un giovane di 32 anni palermitano a due anni di reclusione, la pena non è stata sospesa, accusato di maltrattare e aggredire ripetutamente i familiari.

In quella casa il crack aveva portato l’inferno. Suppellettili distrutte, oggetti lanciati in aria.

Sedie lanciate con violenza contro i propri cari. Quanto era in crisi di astinenza quel figlio non riusciva a trattenere la furia e la rabbia, Una condizioni che tante famiglie conoscono e hanno vissuto sulla propria pelle.

Lo scorso 4 novembre a Palermo si è svolto un corteo all’Albergheria per sensibilizzare la città e cercare di porre fine alla tragedia di tanti giovani vittime della droga sintetica che brucia a poco a poco il cervello e la vita di tanti ragazzi.

L’elenco delle morti e di quanti acquistano la droga è sempre in crescita.

Proprio in questi giorni un gruppo di associazioni palermitane ha portato una lettera al neo prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta per cercare di iniziare a lavorare contro questa che è un’emergenza.

Ieri il prefetto insediatosi ha assicurato il massimo impegno cercando di mettere attorno ad uno stesso tavolo tutte le istituzioni per cercare di trovare alcune soluzioni per contrastare la diffusione del crack in città. “E’ necessario fare sistema – ha detto il prefetto – Per cercare di dare risposte alle famiglie e alle associazioni che chiedono risposte immediate contro i drammi provocati dalla droga”.

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