Un intero commissariato era finito sotto accusa a Palermo per un presunto “arresto illegale”. Oggi c’è il proscioglimento per tutti gli agenti. Il gip Fabio Pilato ha archiviato le indagini su 12 poliziotti dell’intera sezione investigativa del commissariato di polizia Zisa-Borgo Nuovo a Palermo. “Le meticolose e puntuali indagini svolte dal pubblico ministero – scrive il giudice nel decreto di archiviazione – non forniscono conferma dell’ipotesi accusatoria e non consentono una prognosi favorevole all’accusa per un eventuale giudizio”.

Indagine partita nel 2019

Pienamente scagionati, dunque, 12 poliziotti, alcuni dei quali con brillanti carriere alle spalle. L’indagine è partita nell’estate 2019. Due giovani furono bloccati mentre avrebbero tentato di mettere a segno un colpo in un supermercato di Leonardo da Vinci. Ma loro hanno sempre ribadito di non essere responsabili. Dissero che quella sera erano stati in obitorio per la morte di un amico.

Accusa di arresto illegale

Poi avevano deciso mangiare un panino al McDonald’s di via Leonardo da Vinci. Loro avrebbero detto di essere stati speronati da una macchina. Da qui le accuse di arresto illegale e falso ideologico contestate ai poliziotti. Ora è arrivata l’archiviazione. Accolte le tesi difensive degli avvocati Nino Zanghì, Giuseppe Di Peri, Jimmy D’Azzò, Marco Giunta e Fabrizio Di Maria.

Bufera su altro commissariato

Una bufera si è abbattuta di recente anche su un altro commissariato. Era quello di Partinico dove nel 2019 emerse un presunto scandalo di commercio di porto d’armi concessi in cambio di denaro, refurtiva trafugata, denunce fatte ritirare e “aggiustate”: Irregolarità persino in un arresto, con l’affidamento dell’indagato, colto in flagrante e non piantonato dagli agenti, a tre guardie giurate, e col successivo tentativo di nascondere questa circostanza. A Partinico sei fra sovrintendenti, assistenti capo e ispettori sono finiti sotto indagine, con tre cittadini che avrebbero chiesto favori e con i tre vigilantes. In totale 12 persone sotto inchiesta in una vicenda di corruzione, peculato (anche per l’uso delle auto di servizio), concussione, falso, abuso d’ufficio, favoreggiamento reale e personale e accesso abusivo ai sistemi informatici delle forze dell’ordine.

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