L’agevolazione “Straccia Bollo” è stata estesa fino al 31 dicembre 2022. Ad annunciarlo è L’onorevole Michele Mancuso capogruppo di Forza Italia al Parlamento Siciliano. Queste le sue parole:

“Nei giorni scorsi avevo lanciato pubblicamente un appello: estendere la proroga per l’esenzione del pagamento della tassa sul bollo auto per gli anni compresi tra il 2016 e il 2021, almeno fino al 28 febbraio 2023. Pertanto, accolgo con favore e orgoglio l’ok all’emendamento che il Governo regionale ha fatto proprio durante la discussione in Aula sulle variazioni di bilancio. Spostando ulteriormente la scadenza – fissata dall’agevolazione ‘Straccia Bollo’ al 31 dicembre prossimo – si lancia un segnale chiaro ai contribuenti, in virtù del quale possono tirare una boccata d’ossigeno proprio a ridosso delle festività natalizie”.

Nei giorni scorsi la misura estesa

Nei giorni scorsi lo Straccia Bollo era stato approvato. “È una misura che era già stata decisa dal governo regionale – afferma Falcone – anche perché il differimento del termine di pagamento è stato molto apprezzato dai contribuenti siciliani e adesso lo stiamo estendendo almeno fino al prossimo 31 dicembre”. Così è stato.

Straccia bollo, a chi spetta l’agevolazione

Con lo spostamento dei termini, grazie a un’intesa fra il dipartimento delle Finanze e gli sportelli Aci e Pratiche auto sul territorio, sarà dunque possibile pagare gli arretrati del bollo auto senza sanzioni o interessi per gli anni dal 2016 al 2021. Gli incassi della Regione soltanto nel mese di novembre hanno toccato i 32 milioni di euro, secondo le prime rilevazioni parziali, in netto aumento rispetto ai 9 milioni incassati a novembre 2021. “Il governo Schifani – aggiunge Falcone – inserirà inoltre nelle prossime variazioni di bilancio la possibilità di rateizzare i debiti superiori a cinquemila euro senza sanzioni e interessi”.

A introdurre la misura “Straccia bollo” era stata la legge regionale 16 dello scorso agosto. La regolarizzazione agevolata, rivolta sia alle persone fisiche che giuridiche, riguarda i mancati pagamenti già iscritti a ruolo per gli anni dal 2016 al 2019 (escluse le somme già versate all’agente della riscossione) e quelli degli anni 2020 e 2021 non ancora regolarizzati con i canali di riscossione ordinaria.

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