Il senatore del Pd, Antonio Nicita, ha presentato un emendamento per salvare il depuratore Ias, sotto sequestro per disastro ambientale, la cui chiusura rischia di congelare ogni attività produttiva delle aziende del Petrolchimico di Siracusa.

“Stabilimento strategico”

Il documento dell’esponente del Pd, inserito nel Dl Quater, prevede, sostanzialmente, il commissariamento statale della struttura, che è di proprietà della Regione, facendola rientrare come “stabilimento di interesse strategico nazionale” ricadente “nel Petrolchimico, qualificato, a sua volta, come infrastruttura critica per la sicurezza nazionale”.

L’inchiesta sul depuratore ed il rischio chiusura

Il gip del Tribunale di Siracusa ha affidato l’incarico a tre consulenti, che, al termine dell’incidente probatorio, dovranno accertare se il depuratore è in grado di continuare ad accogliere i fanghi della zona industriale ed in reflui dei Comuni di Priolo e Melilli, e se così non fosse sarebbe la fine del Petrolchimico. Per capirlo è come se un condominio non fosse dotato dei servizi igienici.

La Regione siciliana ha deliberato delle nuove prescrizioni per rendere l’Ias compatibile con le norme sull’ambiente, prevedendo investimenti per circa 20 milioni di euro, ma questi interventi rischiano, o meglio, non arriveranno prima del responso dei periti del Tribunale, per cui il destino sembra segnato.

Blindare l’Ias

L’obiettivo del Pd è di “blindare” l’impianto Ias, dandogli una copertura normativa allo scopo di mantenere la produzione e salvare i posti di lavoro. E lo si chiarisce in un passaggio dell’emendamento.

“Inoltre, qualora vi sia una assoluta necessità – si legge nel comunicato diffuso dal senatore Nicita e dal deputato regionale del Pd, Tiziano Spada – di salvaguardia della produzione e dell’occupazione, si attribuisce al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica la facoltà di autorizzare la prosecuzione dell’attività produttiva di tali stabilimenti, per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi. Ciò a condizione che vengano adempiute, tramite la nomina di un Commissario Straordinario, tutte le prescrizioni necessarie ad assicurare la più adeguata tutela dell’ambiente e della salute secondo le migliori tecnologie disponibili”.

La norma ad hoc

Secondo quanto indicato nella proposta del Pd, queste disposizioni “trovano applicazione quando l’autorità giudiziaria abbia adottato, nei confronti dei predetti stabilimenti, provvedimenti di sequestro sui beni dell’impresa titolare, per inadeguatezza dell’impianto allo smaltimento dei reflui industriali. In tale caso i provvedimenti di sequestro non impediscono, nel corso del periodo di tempo indicato nell’autorizzazione, l’esercizio dell’attività”