“Baiardo non è un oracolo e nemmeno un profeta ma una persona ancora inserita in circuiti mafiosi”. Lo ha detto Massimo Russo a Casa Minutella. Russo, oggi magistrato al Tribunale dei Minori di Palermo, è stato in prima linea nella task force che dava la caccia a Matteo Messina Denaro, catturato il 16 gennaio dai Carabinieri del Ros e del Gis.

Russo demolisce en tranchant Salvatore Baiardo, il gelataio piemontese legato ai fratelli Graviano. In più occasioni, ospite di Massimo Giletti a La 7, Baiardo aveva annunciato mesi fa la possibile cattura di Messina Denaro, indicando le gravi condizioni di salute come fattore decisivo per la fine di una latitanza durata oltre trenta anni.

Baiardo gioca a intorbidire le acque

Parlando di Baiardo, Russo ha sostenuto che “non mi pare che sia né un oracolo né un profeta. Quello che mi pare che sia è che una persona ancora inserita in circuiti mafiosi e mi stupisce come ancora sia in libertà uno che intorbidisce le acque”.

Secondo il magistrato, Baiardo “ricostruisce qualche informazione che arriva dall’ambito di Cosa Nostra. La rielabora a suo piacimento. Si accredita come una persona che sa, parla di regalini”.

Una grande vittoria dello Stato

Per Russo, la cattura di Messina Denaro “ è stato soltanto una grande vittoria dello Stato che ha portato a casa una partita che si era prolungata oltremodo oltre i supplementari, ai calci di rigore. Adesso Messina Denaro è dove meritava di stare. C’è la vergogna di trent’anni di latitanza su cui nessuno discute”. “Mi ostino a credere che si tratti di una cattura limpida, netta e legata anche a una smagliatura nel sistema di protezione di cui godeva Messina Denaro. Matteo, smagliatura che nasce a causa del suo stato di salute. Credo che si sia arreso non allo Stato ma alla sua gravissima malattia.

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