Dopo Matteo Salvini, Maurizio Gasparri e Fabio Volo, altri si sono aggiunti al coro del no all’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo 2023.

Partiamo da Carlo Calenda, leader di Azione: “Noi siamo sostenitori dello sforzo che l’Ucraina sta facendo, quindi non credo possa essere messa in dubbio la nostra volontà di sostenere l’Ucraina. Però esistono dei posti adatti su un contesto drammatico come la guerra, e contesti che secondo me sono inadatti. A me parrebbe molto strano vedere tra una canzone e un’altra un presidente molto bravo a difendere il proprio Paese, o tra uno sketch e l’altro. Non gioverebbe neanche a lui, già attaccato per la usa presenza a grandi manifestazioni internazionali. Ne capisco il senso, l’idea di raggiungere più persone possibile, ma penso che prevalga il fatto che quel contesto lì svaluta quanto sta accadendo in Ucraina”.

Contrario anche Giuseppe Conte, presidente del MoVimento 5 Stelle: “Io sono stato molto contento quando il presidente Fico ha invitato il presidente Zelensky alla Camera dove ha potuto esprimere le sue ragioni in Parlamento. Non credo che sia così necessario avere Zelensky in un contesto così leggero come quello di Sanremo”.

Ma c’è anche chi è d’accordo, come Alessandra Moretti, eurodeputata del Partito Democratico: “Il festival di Sanremo è una grande manifestazione popolare ed è giusto che tale palcoscenico sia utilizzato anche per dare voce a chi, come il presidente Zelensky sta lottando per la libertà del proprio popolo”.

Favorevole anche Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa: “Credo sia importante che gli italiani ascoltino la diretta testimonianza di chi in Ucraina sta guidando la resistenza alla brutale e immotivata aggressione russa. La presenza di Zelensky a una manifestazione così popolare come il Festival di Sanremo è un modo per essere vicini agli ucraini che difendono la loro libertà e loro scelta europea e, dunque, i nostri valori, ascoltando la voce delle legittime istituzioni di Kiev. Mi auguro che, nonostante le pressioni politiche, gli organizzatori confermino la presenza di Zelensky. Fare marcia indietro ora sarebbe un pessimo segnale, inevitabilmente letto come una presa di distanza dalla causa ucraina. E sono inoltre certo che la comunità ucraina in Italia, compresi i rifugiati a causa della guerra, saranno orgogliosi e felici di vedere il suo breve messaggio di saluto nella trasmissione tv più attesa dell’anno”.

La RAI, comunque, non farà marcia indietro. Già previsto un intervento di almeno due minuti di Zelensky.

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