Resta la massoneria la pista forte su cui gli inquirenti stanno lavorando in questi giorni per dare un volto alla rete di protezione di Matteo Messina Denaro. Una rete che gli ha garantito la totale protezione. Appare anche abbastanza scontato che questa protezione sia stata anche abbastanza altolocata. Difficile pensare che un latitante potesse rimanere nella sua terra tranquillamente tra case e supermercati, a due passi dalla sua città natale, vale a dire Castelvetrano. I covi sono stati infatti trovati nella zona di Campobello di Mazara.

Il muro delle connivenze

Nei covi sino ad oggi scoperti ci sarebbero degli elementi da cui partire. Documenti che al momento restano top secret e su cui gli investigatori, come è ovvio che sia, mantengono il più stretto riserbo. Si spera però di poter riuscire a trovare qualcosa di importante che riesca a ricondurre a chi ha aiutato Messina Denaro nella sua latitanza. Pizzini, messaggi o qualsiasi altra cosa che possa pian piano sgretolare quel muro di connivenze.

Caccia solo all’inizio

Si può sicuramente dire che la caccia ai fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro è solo all’inizio. Il numero degli indagati potrebbe salire ancora visto che le indagini, in seguito alla cattura del capo di cosa nostra, sono solo all’inizio. Dalla cattura alla Maddalena, ai medici che lo hanno curato, alle persone che hanno consentito a Messina Denaro di continuare a fare la “bella vita”. Ha camminato indisturbato per le vie di Campobello di Mazara si recava a Palermo per curarsi. Sono ancora tanti gli interrogativi a cui i magistrati della Procura di Palermo stanno cercando di dare delle risposte.

Il possibile aiuto del mondo dei camici bianchi a Messina Denaro

Gli investigatori stanno anche indagando sulla possibilità che il mondo dei camici bianchi abbia aiutato Matteo Messina Denaro. La Procura di Palermo, insieme ai carabinieri del Ros, stanno seguendo la “pista medica” nel territorio del boss. Questo perché Messina Denaro sta combattendo contro un tumore da alcuni anni e ha recentemente subito un’operazione e un ciclo di chemioterapia. Gli investigatori stanno concentrando le loro indagini sui medici che hanno assistito Messina Denaro e hanno acquisito materiale da almeno due ospedali. Inoltre, stanno indagando su alcuni medici di base sospettati di aver aiutato il boss a nascondersi sotto un’identità falsa.

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