Un uomo di 69 anni, Nunzio Caggia, è morto dopo essere caduto dal secondo piano di un edificio in via Cristoforo Colombo, a Vittoria, nel Ragusano. L’uomo, che pare stesse effettuando un sopralluogo in un’abitazione, è caduto da un’altezza di otto metri. Soccorso dal 118 la vittima è arrivata col codice rosso all’ospedale Guzzardi di Vittoria. E’ morto poco dopo il ricovero nel reparto di Rianimazione. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti carabinieri di Vittoria e il personale dello Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro di Ragusa.

La tragedia di Fincantieri

Sono stati celebrati i funerali di Angelo Salamone, 61 anni, l’operaio della Doro Maris morto ai Cantieri Navali, travolto da una serbatoio di ferro che, insieme a un collega, stava dissaldando. La funzione è stata celebrata nella chiesa cristiana evangelica “Gesù vive e regna” in via Gabriele Buccola a Palermo.

I colleghi commossi

A portare la bara i colleghi di lavoro dell’operaio visibilmente commossi. Amici, parenti e fedeli si sono stretti attorno alla moglie Laura Di Marco e ai figli Alessandra, Antonio Pietro e Simone. A celebrare il rito il pastore evangelico Carmelo Di Marco cognato della vittima.

Poche sentite parole

“Angelo era un uomo buono, amico di tutti, un uomo che non si faceva dimenticare. Noi chiediamo al Signore la consolazione, ma non dimenticheremo mai Angelo – ha detto Di Marco – Quando ha perso il lavoro, si è impegnato per trovarne un altro e ha lavorato in una ditta dell’indotto dei cantieri navali come autista. Era un uomo che non si fermava mai. Voleva sempre accrescere le proprie competenze. Lui di nascosto da tutti ha imparato a fare il saldatore. Sono venuti a fare le verifiche i tecnici per accertare le competenze e capacità degli operai della ditta ma nessuno con la qualifica di saldatori ha superato il test. Lui ha chiesto di potere eseguire la verifica e l’ha passato. E’ stato un grande uomo. Noi dobbiamo ricordare quello che di tanto e di buono ha fatto per la sua famiglia, per la moglie e i propri figli. Ognuno in questa sala non può non dimenticare la sua vitalità e la sua gioia di vivere”.

 

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