Nel decimo anniversario della scomparsa di Vito Mercadante, storico dirigente scolastico palermitano, nasce un manifesto per la cultura antimafia a Palermo.

“Scuola e cultura Antimafia”

L’istituto comprensivo Giuliana Saladino organizza, per domani, 3 febbraio, nel plesso centrale di via Barisano da Trani, un incontro dal titolo “Scuola e cultura Antimafia”. La costruzione di una cultura antimafiosa è sempre stata al centro del pensiero del preside Mercadante e, ancora oggi, la questione continua ad essere tra le priorità della scuola italiana. Sarà l’occasione per lanciare venti spunti di riflessione per definire un manifesto per promuovere una cultura antimafia nella scuola italiana.

Una sala intitolata a Marcadante

Prima dell’inizio dell’incontro, alla presenza della famiglia Mercadante, sarà scoperta la targa nella sala proiezione della scuola, una piccola sala cinematografica intitolata a Vito Mercadante. Ad apertura dei lavori sono previsti i saluti istituzionali del vicedirettore dell’Ufficio scolastico regionale, Luca Gatani; la relazione introduttiva sarà del dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Giuliana Saladino, Giusto Catania.

Il ruolo della scuola nel contrasto alla mafia

“L’incontro sarà articolato su un doppio registro – dice Giusto Catania – sarà l’occasione per fare memoria dell’impegno del preside Mercadante e contemporaneamente si utilizzerà la sua lezione per aggiornare l’analisi e avanzare alcune proposte per consentire alla scuola di continuare a svolgere un ruolo centrale nel contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata. Lanceremo degli spunti di riflessione da proporre alla scuola italiana perché la promozione di una cultura antimafia è una scelta fondamentale per l’intero Paese e non soltanto per le scuole che operano in territori di frontiera.”

Chi fu Vito Mercadante

Vito Mercadante, nato a Palermo nel 1920, ha studiato al Liceo “Garibaldi” e a Firenze alla Facoltà di Lettere. Ha fatto parte dei gruppi antifascisti a Palermo che si collegavano al Partito d’Azione diretto da Vincenzo Purpura. A Firenze ha militato come partigiano nei SAP del Partito d’Azione. Nominato docente a Crotone, ha diretto le lotte contadine e operaie del paese. Tornato in Sicilia, si è dedicato agli studi, vincendo cinque concorsi, e al sindacalismo. Ha scritto diverse opere di narrativa e di studio sulla mafia, per le quali gli è stato conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica.

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