Morì meno di un mese dopo la somministrazione del vaccino anti Covid19 di Astrazeneca. Adesso la famiglia di Zelia Guzzo, l’insegnante di Gela di 37 anni, morta dopo 24 giorni dalla somministrazione del vaccino, ha ottenuto dal ministero della Salute un indennizzo di 77 mila euro.

Otto casi in tutto quelli accertati

“I periti nominati dalla procura – dice l’avvocato Valerio Messina – hanno stabilito come in altri otto casi in Italia, come causa della morte proprio la somministrazione del vaccino. L’insegnante, madre di un bimbo di un anno e mezzo e sposata da pochi anni, è morta per una trombosi celebrale provocata dalla inoculazione del vaccino”.

Cifra irrisoria

Per la famiglia una cifra irrosoria definita offensiva per una perdita che ha provocato tanto dolore. “La vita non ha prezzo – dice il marito Andrea Nicosia – ma questa somma è un’offesa per il mio bambino rimasto orfano a due anni. Abbiamo persino dovuto batterci per ottenerla. Mi sento doppiamente tradito dallo Stato”. La famiglia è pronta a dare battaglia e chiedere un risarcimento in sede civile.

Nuove cause in tutte le sedi

“Andremo avanti in sede penale e civile per avere giustizia”, aggiunge il legale.  La famiglia Guzzo è stata la prima in Italia ad aver ricevuto l’indennizzo, a luglio scorso. Recentemente sono stati risarciti con la stessa somma anche i genitori di un insegnante 32enne di Genova, Francesca Tuscano. In Italia sono otto le morti accertate in seguito all’inoculazione di Astrazeneca.

Cinque casi solo in Sicilia

Cinque sono avvenute in Sicilia: oltre alla giovane mamma di Gela, l’insegnante messinese Augusta Turiaco, la docente palermitana Cinzia Pennino, il carabiniere catanese Davide Villa, l’avvocato Mario Turrisi di Tusa, il militare Stefano Paternò di Augusta. Anche loro sono in attesa di indennizzo da parte dello Stato. L’insegnante è stata vaccinata il primo marzo del 2021. Poco dopo ha iniziato a stare male Il 12 marzo è stata ricoverata all’ospedale di Caltanissetta, dove è morta il 24 marzo.