Dal 1 luglio 2023 le figure del padrino e della madrina non saranno più necessari per i battesimi. Lo ha deciso l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, con un provvedimento sperimentale che avrà efficacia per i prossimi tre anni. Alla base della decisione del prelato vi è il cambiamento subito da questa figura negli anni, relegato sempre più ad un aspetto economico e sociale piuttosto che religioso. Ma non tutti i palermitani sono d’accordo, anzi. La maggioranza degli intervistati dalla nostra redazione si è detta contraria alla decisione.

L’opinione dei palermitani

Un “no” principalmente associato alla tradizione, ovvero alla figura vestigale ricoperta dal padrino. “Preferisco che le cose rimangano così, anche per un senso di tradizione – dichiara un intervistato. Il padrino è una figura importante nella crescita spirituale, ma soprattutto di vita. E’ una forma di supporto per i genitori, anche dal punto di vista sociale”. E’ lo stesso cittadino a riconoscere però i limiti di questa figura nei tempi moderni. “Se il padrino non ha il ruolo morale di prima? Quello è vero. Nella maggior parte dei casi, il padrino diventa scenografico durante il battesimo. Non si capisce quello che sta accadendo. Bisogna essere consapevole del ruolo che si va a ricoprire”.

“Il padrino è una figura che c’è sempre stata – ribadisce un altro cittadino, che associa l’importanza della figura anche ad un aspetto psicologico -. E’ una figura importante nella tradizione siciliana. Ha rappresentato tanto. Il padrino è colui che aiuta il bambino in assenza del genitore. E’ una figura importante nello sviluppo“.

C’è invece chi si dice combattuta. “Da un lato sono favorevole alla decisione. Un padrino deve essere accanto al proprio figlioccio. Gli dovrebbe stare accanto. Questo non sempre accade. D’altro canto, c’è chi prende il ruolo seriamente. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio.”

Ed infine, ci sono persone che stanno dalla parte dell’Arcivescovo. “Secondo me è ormai un ruolo simbolico. La speranza di vita è aumentata. Dietro si era creato tutto un mercato di regali e di aspetti economici non tanto inerenti alla religione. Se l’obiettivo dell’eliminazione è riportare l’attenzione sugli aspetti, forse potrebbe anche essere un bene”.

Le decisione di Corrado Lorefice

Una decisione, quella presa dall’arcivescovo di Palermo, che sta facendo discutere l’opinione pubblica della città. Presa d’atto giustificata dal fatto che “le convenzioni sociali e abitudini consolidatesi hanno compromesso l’autentico significato di questo ufficio esercitato a nome e per mandato della Chiesa”. Il ruolo del padrino, a giudizio del prelato, “ha perso l’originario significato di accompagnamento nella vita cristiana del battezzato e del cresimato, riducendosi a semplice “orpello coreografico” in una cerimonia religiosa”. Posizione dalla quale è derivato lo stop all’istituto per i prossimi tre anni.